(Adnkronos) – Scontri a Torino fra manifestanti e forze dell’ordine durante il corteo promosso contro lo sgombero del centro sociale Askatasuna. A quanto si apprende, secondo un primo bilancio provvisorio sono 9 gli agenti rimasti feriti nei disordini. A ferirli oggetti contundenti lanciati da alcuni manifestanti a volto coperto. 

Quando i manifestanti sono giunti in corso Regina Margherita, tentando di avvicinarsi al centro sociale sgomberato, per disperdere la folla le forze dell’ordine hanno azionato gli idranti. Mentre il corteo continuava ad avanzare con i manifestanti che hanno capovolto diversi cassonetti per la strada, lanciando pietre e bottiglie contro le forze dell’ordine, gli agenti hanno risposto con il lancio di lacrimogeni. I disordini stanno continuando in un quartiere totalmente presidiato. 

Durante gli scontri i manifestanti hanno lanciato bombe carta e fuochi d’artificio per cercare di sfondare il cordone delle forze dell’ordine che impedisce l’avvicinamento alla palazzina di Askatasuna. Per impedire l’avanzata dei mezzi, sono stati messi in mezzo alla strada numerosi cassonetti della spazzatura, poi dati alle fiamme. 

Dopo i disordini, la manifestazione si è conclusa sul sagrato della chiesa Gran Madre, nell’omonima piazza del centro torinese. E mentre sui muri dei palazzi che circondano la piazza sono state proiettate frasi a difesa del centro sociale, contro Giorgia Meloni, la polizia e il sindaco Lo Russo, dal microfono gli attivisti hanno rilanciato i prossimi appuntamenti, la sera di Capodanno, e poi il 17 gennaio per un’assemblea cittadina in preparazione della manifestazione nazionale fissata per il 31 gennaio.  

“Askatasuna è un progetto e con la grande manifestazione di oggi lo abbiamo dimostrato. Proveranno ad attaccarci, ad arrestarci e a criminalizzarci, ma non facciamo passi indietro perché abbiamo deciso di riscrivere la storia – hanno detto dal microfono – la sera di Capodanno saremo ancora in queste strade a far capire che quella sarà l’inaugurazione di un anno di lotta e chi ci ha mandato fuori si pentirà perché ci troverà ovunque”.  

“La nostra storia non è finita con uno sgombero e se il ministro Piantedosi pensa di aver ottenuto una vittoria, si sbaglia di grosso – hanno aggiunto – abbiamo fatto una scelta coraggiosa, di non delegare a quattro politici le decisioni sul nostro futuro ed ora ci fanno pagare questa scelta. Chi alza la testa fa paura, ma noi non abbiamo paura di fare paura. È il momento di costruire il contropotere, di costruire la nostra alternativa”. 

All’avvio pacifico del corteo erano presenti anche famiglie con bambini e con lo striscione colorato con le impronte delle mani accanto a tanti alti. “Askatasuna non si tocca, la difenderemo con la lotta” e “Askatasuna vuol dire libertà”, gli slogan che hanno accompagnato la partenza della manifestazione a cui hanno preso parte circa 2000 persone. “E’ il momento di mandare un segnale chiaro a questo governo militare che ha paura di noi”, hanno detto dal microfono. Numerose le bandiere della Palestina, del movimento No Tav ma anche di partiti politici e cartelli sui quali si legge ‘ogni strada sarà Askatasuna’ e ‘le lotte non si arrestano’.  

“Oggi non è la data di una fine, ma di un inizio che proseguirà con due date in particolare, l’assemblea cittadina del 17 gennaio e una manifestazione nazionale il 31 gennaio a Torino – ha sottolineato Stefano, uno dei portavoce del centro sociale – per noi lo sguardo non è solo Askatasuna ma va ben oltre perché come abbiamo già detto in questi giorni, l’attacco che è stato fatto non è un attacco a un centro sociale di quartiere, ma un attacco ai movimenti in generale, a quello per la Palestina, e pensiamo si debba ripartire da qui”. 

“Sono stati giorni importanti nei quali abbiamo ricevuto solidarietà da tutta Italia e non solo che ci sta dando molta forza – ha aggiunto – oggi è un corteo necessario per far vedere cosa è stata ma soprattutto cosa sarà Askatasuna. Il quartiere Vanchiglia è inattraversabile per tutti, per i residenti, per chi ci lavora, c’e’ un dispiegamento di forze come se si fosse in guerra”.  

Sullo sgombero del centro sociale è intervenuto il vicepremier Antonio Tajan. “Io penso che la legge debba essere sempre rispettata, quando si viola la legge lo Stato ha il dovere, non il diritto, di farla rispettare ed è quello che il ministro dell’Interno Piantedosi ha fatto. Se poi i violenti vogliono continuare a fare violenza – ha aggiunto Tajani – non possono pensare che lo Stato rimanga immobile e il Governo non può rimanere immobile, perché la violenza è contro i cittadini. Distruggere auto, menare poliziotti, carabinieri, finanzieri che fanno il loro dovere, tanti di questi sono figli di papà che se la prendono con i figli del popolo, come diceva Pasolini, non va bene. Il diritto di manifestare senz’altro, tutti sono liberi di farlo, l’importante è che non ci sia alcun messaggio violento, non basta non essere violenti. Certamente non ci facciamo intimidire perché la legge va sempre rispettata”.