(Adnkronos) – Hamas ha minacciato di eliminare gli ostaggi ancora nelle sue mani, mentre Israele intensifica l’offensiva su Gaza City. Il gruppo palestinese ha infatti diffuso un fotomontaggio con l’immagine di 47 ostaggi, accompagnate dal nome di Ron Arad, il militare israeliano catturato nel 1986 in Libano, la cui sorte rimane ignota. 

Nel fotomontaggio, Hamas accusa il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di rifiutare un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi e critica il capo di Stato maggiore delle Idf, Eyal Zamir, per aver ordinato la conquista di Gaza City, nonostante il suo presunto dissenso. La didascalia, in arabo e in ebraico, recita: “A causa del rifiuto di Netanyahu e della sottomissione di Zamir, una foto d’addio per l’inizio dell’Operazione Gaza”.  

Secondo fonti militari israeliane, prima dell’inizio dell’operazione a Gaza City circa 20 dei 47 ostaggi erano ancora vivi. Nel frattempo alcuni di loro sarebbero stati spostati dai tunnel e posizionati come scudi umani in diverse parti della città per rallentare l’avanzata israeliana. 

Intanto Netanyahu avrebbe chiesto all’Amministrazione Trump di fare pressioni sull’Egitto affinché venga ridimensionato il recente rafforzamento militare nel Sinai. E’ quanto scrive Axios che cita un funzionario Usa e due funzionari israeliani, evidenziando come per gli israeliani le mosse dell’Egitto siano motivo di ulteriori tensioni tra i due Paesi mentre proseguono le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza. 

Secondo una fonte israeliana, Israele ha deciso di chiedere l’intervento dell’Amministrazione Trump dopo aver constato l’assenza di progressi in colloqui diretti con gli interlocutori egiziani. “Quello che gli egiziani stanno facendo nel Sinai è molto grave e siamo molto preoccupati”, ha detto l’alttra fonte israeliana. 

Durante l’incontro di lunedì a Gerusalemme, ricostruisce Axios, Netanyahu ha presentato al segretario di Stato Usa Marco Rubio un elenco di attività nel Sinai bollate come violazioni da parte dell’Egitto dell’accordo di pace del 1979 con Israele. Secondo i due funzionari israeliani, l’Egitto ha creato infrastrutture militari, alcune delle quali potrebbero essere usate per scopi offensivi, in aree in cui sono ammesse dal trattato solo armi leggere. 

L’Egitto è accusato di aver ampliato le piste delle basi aeree nel Sinai, in modo che possano essere utilizzate dai caccia, e di aver creato siti sotterranei che potrebbero essere utilizzati per ‘custodire’ missili anche se – dicono le fonti – per ora non ci sono prove in tal senso. Ma, affermano, gli egiziani comunque non hanno fornito spiegazioni plausibili. 

Un funzionario egiziano ha respinto le affermazioni degli israeliani e affermato che l’Amministrazione non ha sollevato di recente la questione con Il Cairo.  

Intanto una fonte egiziana ha confermato al giornale israeliano Haaretz che Netanyahu ha sollevato con Trump la questione del rafforzamento militare egiziano nel Sinai. Ma, evidenzia il quotidiano citando persone a Washington informate sul dossier, non è chiaro se Trump abbia passato il messaggio al presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi. 

Secondo la fonte egiziana, dietro alla mossa egiziana c’è solo il timore del Cairo che Israele possa costringere i palestinesi a spostarsi da Gaza nel territorio egiziano. 

Oltre mezzo milione di palestinesi ha lasciato Gaza City, dirigendosi verso la zona meridionale della Striscia, dalla fine di agosto. Lo hanno indicato le Idf, stando a quanto riporta il Times of Israel. In vista dell’offensiva in corso contro Hamas, l’esercito ha ordinato ai palestinesi di tutte le zone di Gaza City di evacuare immediatamente verso una zona umanitaria designata da Israele nel sud della Striscia. Nella città, prima dell’offensiva, viveva circa un milione di palestinesi. 

Sarebbero intanto almeno 71 i palestinesi morti dall’alba nella Striscia di Gaza, dove proseguono le operazioni militari israeliane. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera, che cita fonti mediche locali precisando che 56 delle vittime si registrano a Gaza City. Fra i morti, secondo l’emittente, ci sarebbe almeno un palestinese ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre aspettava di ricevere aiuti umanitari nella zona centrale di Gaza.  

In precedenza il sito di notizie israeliano Ynet aveva rilanciato notizie di media palestinesi che parlavano di “pesanti bombardamenti israeliani e di un anello di fuoco in diverse aree di Gaza City”.  

Migliaia di israeliani sono intanto scesi in piazza a Tel Aviv e Gerusalemme per chiedere il rilascio degli ostaggi, con familiari e parenti che accusano il governo di Netanyahu di aver messo ulteriormente a rischio la vita dei loro cari con l’occupazione di Gaza City. Yotam Cohen, fratello del soldato Nimrod Cohen, ha accusato il premier di aver emesso una condanna a morte per gli ostaggi, riporta Haaretz.  

“L’accordo è stato dirottato nel modo più aggressivo possibile, le relazioni con i mediatori fatte deteriorare e il destino di 20 ostaggi è stato fissato, insieme a quello di altri 28”, ha detto manifestando a Tel Aviv. Rivolgendosi poi direttamente ai vertici israeliani, ha aggiunto: “la responsabilità del destino di ostaggi e militari ricade su di voi, siete responsabili per ogni militare caduto per ogni ostaggio torturato e assassinato”.  

Alla manifestazione di fronte alla residenza ufficiale del premier a Gerusalemme, la madre di Matan Zangauker ha detto: “Mio figlio è diventato una vittima del governo Netanyahu, lo sta sacrificando per rimanere al potere”.