(Adnkronos) – La Francia e altre 14 nazioni hanno invitato i Paesi di tutto il mondo a impegnarsi per riconoscere lo Stato di Palestina. Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, dopo la conferenza di New York volta a rilanciare la soluzione dei due Stati per Israele e i palestinesi.
“A New York, insieme ad altri 14 Paesi, la Francia lancia un appello collettivo: esprimiamo la nostra volontà di riconoscere lo Stato di Palestina e invitiamo coloro che non l’hanno ancora fatto a unirsi a noi”, ha scritto Barrot sul social.
‘Ieri il semaforo verde del Regno Unito. Il premier britannico Keir Starmer, durante la riunione del gabinetto del suo governo, ha annunciato che riconoscerà lo stato della Palestina il prossimo settembre a meno che Israele non faccia dei passi per mettere fine alla “terribile situazione” a Gaza.
Al premier israeliano Benjamin Netanyahu il quale ha commentato che così “Starmer premia il terrorismo mostruoso di Hamas, oggi è arrivata la replica della ministra dei Trasporti britannica Heidi Alexander: “Questa non è una ricompensa per Hamas. Hamas è una vile organizzazione terroristica che ha commesso atrocità spaventose. Riguarda invece il popolo palestinese. Riguarda quei bambini che vediamo a Gaza morire di fame”. “Dobbiamo aumentare la pressione sul governo israeliano affinché elimini le restrizioni e consenta il rientro degli aiuti a Gaza”, ha spiegato la Alexander.
Sono 147, su 193, i membri delle Nazioni Unite che già riconoscono lo Stato palestinese, anche se finora la formalità era limitata ai Paesi di Africa, Sud America e Asia che storicamente hanno una posizione critica rispetto a Israele. Inoltre da novembre del 2012 la Palestina è uno Stato osservatore non membro dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che l’anno scorso ha concesso alla Palestina ulteriori diritti, tra cui la partecipazione agli Stati membri, il diritto di presentare proposte e di partecipare alle commissioni. Non ha ancora diritto di voto.
Nell’Unione europea Svezia, Slovenia, Irlanda e Spagna sono gli unici ad aver finora riconosciuto la Palestina come membri del blocco. Sette Paesi della Ue avevano già compiuto questo passo prima di aderire all’Unione: Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Polonia e Slovacchia. Diversi altri membri della Ue, tra cui Malta e Belgio, hanno manifestato l’intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina.
Tra i Paesi del G20, dieci riconoscono lo Stato di Palestina. Si tratta di Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica e Turchia. La Ue, che è considerata un’entità del G20, non riconosce la Palestina. Nessuno dei paesi del G7 (Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Italia e Giappone) riconosce attualmente uno Stato palestinese.
Andrebbero letti come un tentativo di fare pressioni su Hamas, affinché torni ai negoziati ormai in stallo e accetti un accordo, i presunti piani israeliani che, secondo le rivelazioni dei giorni scorsi dei media locali, prevederebbero l’annessione di aree della Striscia di Gaza se il gruppo non dovesse accettare un’intesa. Lo scrive il giornale israeliano Haaretz, che cita un ministro israeliano secondo il quale “non si tratta di qualcosa che sta per accadere”.
“E’ un atto disperato per convincere il gruppo ad accettare l’accordo provvisorio che il premier Benjamin Netanyahu vuole raggiungere”, scrive il giornale, che in un’analisi titola “I ministri di Netanyahu insistono: l’annessione israeliana di Gaza non è sul tavolo”.
“Ritengo sia molto difficile vederlo concretizzarsi”, ha commentato anche un esponente di spicco della coalizione. “Stiamo cercando di minacciare Hamas, con quello che dovrebbe fare più male, il territorio”, ha aggiunto la fonte citata da Hareetz. Secondo il giornale, l’idea andrebbe quindi letta come tattica, più che come strategia per placare Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, contrari a un accordo per un cessate il fuoco, o essere indicativa di un’intenzione reale.