(Adnkronos) – “Non ho letto sufficientemente” i dettagli dell’accordo sui dazi tra Usa e Unione europea. Ma “mantengo la stessa idea di ieri: giudico positivamente il fatto che si sia raggiunto un accordo. Io ho sempre pensato, e continuo a pensare, che un’escalation commerciale tra Europa e Stati Uniti avrebbe avuto conseguenze imprevedibili e potenzialmente devastanti”. Lo dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando con i cronisti prima del vertice Onu sui Sistemi alimentari ad Addis Abeba.
“Bisognerà studiare i dettagli dell’accordo – sottolinea la premier – lavorare sull’accordo perché quello che è stato sottoscritto ieri è un accordo giuridicamente non vincolante, ma di massima, quindi c’è ancora da battersi e all’esito di questo lavoro, bisognerà, a livello nazionale ed europeo, lavorare, per aiutare quei settori che dovrebbero essere particolarmente coinvolti da questa decisione. E’ il lavoro che faremo nelle prossime ore, anche parlando con le nostre associazioni”.
“La base di dazi al 15%, se ricomprende i dazi precedenti, che di media erano intorno al 5% – 4,8% – differentemente da quello che prevedeva il possibile accordo al 10% che sommava i dazi precedenti, secondo me è una base sostenibile. Dopodiché bisogna andare nei dettagli”, dice la presidente del Consiglio.
“C’erano dei settori che erano particolarmente sensibili, come la farmaceutica e le auto, e mi pare siano all’interno del 15%. Bisogna verificare quali siano le possibili esenzioni, in particolare su alcuni prodotti agricoli, quindi ci sono una serie di elementi che mancano. Così come io non so esattamente a cosa ci si riferisca quando si parla di investimenti, acquisto di gas e compagnia. Questo non sono in grado di valutarlo finché non ho i dati chiari”, aggiunge la premier, che spiega: “Non ho avuto ancora modo di sentire” la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
“L’Italia e l’Europa adesso devono sedersi – sottolinea Meloni – devono valutare, lavorare per definire tutti i dettagli, continuare a lavorare per ottenere un accordo che sia il migliore possibile, poi sedersi e interrogarsi su come si faccia a sostenere eventuali settori che dovrebbero essere particolarmente colpiti, questo a livello nazionale. Credo che anche il livello europeo sia importante, non tanto e non solo in termini di aiuti verso quei settori che possono avere maggiori difficoltà, ma anche rispetto a quello che noi possiamo fare per noi stessi: il tema delle semplificazioni, del mercato unico”.
“Insomma c’è tutto un lavoro su cui l’Unione europea non può più perdere tempo, bisogna accelerare e cercare di compensare quelli che possono essere i possibili limiti”, conclude la premier.
“Quello raggiunto dall’Ue con Trump non è un buon accordo come sostiene il governo Meloni – dichiara la segretaria del Pd, Elly Schlein – Ha i tratti di una resa alle imposizioni americane, dovuta al fatto che il governo italiano insieme ad altri governi nazionalisti totalmente subalterni a Trump hanno spinto per una linea morbida e accondiscendente che ha minato l’unità europea e indebolito la posizione negoziale dell’Ue”.
“Il 15% di dazi senza alcuna reciprocità sulla stragrande maggioranza dei prodotti italiani, unito alla svalutazione del dollaro, porterà a danni da stimare attentamente ma secondo le prime stime superiori ai 20 miliardi di export e a oltre centomila posti di lavoro a rischio. A questo aggiungiamo l’impegno per maggiori acquisti europei di energia e di armamenti in Usa pari a 750 miliardi, più 600 miliardi di investimenti delle imprese europee in Usa”, sottolinea la leader dem.
“Anziché lottare per rinnovare i 750 mld di investimenti comuni europei del Next Generation Eu, Meloni e i suoi sodali ne regalano uno identico per portata agli Stati Uniti di Trump – afferma Schlein – Noi avevamo ottenuto risorse per l’Italia, mentre i nazionalisti li regalano a Trump. E tutto questo dopo aver già ceduto sulla esenzione dalla tassa minima globale per le multinazionali americane e l’assurdo aumento delle spese militari al 5%”.
“Altro che ponte con gli Usa, questa amicizia a senso unico di Meloni con Trump avrà un costo altissimo per le imprese e lavoratori italiani. Il governo italiano – rimarca Schlein – chiarisca subito quali misure intende mettere in campo per attutire i danni e rilanciare la domanda interna. Giorgia Meloni farebbe bene a iniziare già da adesso a preoccuparsi di come porre rimedio agli effetti economici della sua subalternità ideologica. E l’Unione Europea ora capisca che se non rimette in campo investimenti comuni europei per un grande piano industriale, sociale e ambientale europeo rischiamo di essere travolti”.