(Adnkronos) – In contemporanea al Pride di Budapest vietato da Viktor Orban, cortei oggi si svolgono anche in Italia, nella giornata in cui si celebra l’anniversario dei moti di Stonewall, e attraversano le città per l’Onda Pride, la grande manifestazione nazionale organizzata da Arcigay e dalle altre associazioni locali e nazionali. Cortei a Bologna, Bolzano, Milano, Salerno e Sassari, domani a Ragusa.
Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay attualmente a Budapest con la delegazione italiana afferma: “Mentre qui resistiamo al vergognoso divieto imposto da Orbán al Pride, con la complicità silenziosa di alcuni governi europei, tra cui il nostro, in Italia sei importanti cortei ci daranno forza e tenacia, per ribadire ancora una volta che l’Italia non vuole tornare indietro sui diritti civili. A Budapest – continua Piazzoni – il governo ha vietato il Pride ma ha autorizzato tre manifestazioni neonaziste. Una scelta politica gravissima che dimostra la deriva illiberale di questo esecutivo. Per questo la nostra presenza qui assume un valore simbolico ancora più forte. Oggi il nostro arcobaleno è l’anticorpo e l’antidoto contro il veleno dei nuovi fascismi che tentano di riconquistare l’Europa”.
Sarebbero circa 350mila i partecipanti al Pride a Milano. Lo riferiscono gli organizzatori. Nel corso del tragitto i manifestanti hanno intonato ‘bella ciao’ e scandito slogan pro-Pal. Su un carro un cartello con l’immagine del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, avvolto in una fascia tricolore. “Dovrebbe rappresentare anche noi”, dice all’Adnkronos una partecipante mentre sono in tanti a dire “noi siamo qui, il nostro cuore a Budapest”. Un cartello esposto da uno dei carri: “Chi odia la libertà odia anche l’amore come Viktor Orban”.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, commenta le parole del vice segretario leghista Roberto Vannacci che ieri ha detto che è inutile riarmarsi, perché poi a combattere “chi mandiamo? Quelli del Pride?”. “È chiaro che la possiamo un po’ buttare in caciara o non dare importanza a queste affermazioni – dice Sala – però è il vice segretario di un partito di governo, quindi per quanto non ci saranno segnali diretti, ci sono tanti segnali e tentativi di grattare un po’ la pancia a chi vuole farci tornare indietro”.
A chi gli chiedeva a margine del Pride se i diritti siano a rischio in Italia come in Ungheria, Sala risponde: “Oggi non abbiamo segnali concreti, ma abbiamo tante voci di partiti del governo totalmente dissonanti, anche un po’ volgari, per cui è chiaro che grande attenzione dobbiamo porla a tutti”.
“Per me – sottolinea poi dal palco – il Pride è la lotta per la libertà, è una pacifica lotta per cambiare in meglio il mondo. Ho sentito dire tante stupidate sul Pride, la più grossa è che è divisivo. Qui non si divide nessuno, dobbiamo andare avanti perché tutti i diritti che abbiamo conquistato non sono per sempre né definitivi”.