(Adnkronos) – Vladimir Putin ha ribadito oggi, domenica 18 maggio, di voler “eliminare” le “cause” del conflitto in Ucraina e “garantire la sicurezza” della Russia. “L’obiettivo di Mosca – ha dichiarato il presidente della Federazione Russa intervenendo alla televisione pubblica – consiste nell’eliminare le cause che hanno provocato questa crisi, creare le condizioni di una pace duratura e garantire la sicurezza dello Stato russo”.  

 

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha annunciato che – assieme ai leader di Regno Unito, Francia e Polonia – intende parlare con Donald Trump in vista della prevista telefonata di quest’ultimo con Vladimir Putin domani.  

Merz ha detto di averne parlato con il segretario di Stato americano Marco Rubio, durante la messa di intronizzazione del Papa. “Ho parlato con Marco Rubio, anche della telefonata di domani”.  

 

Volodymyr Zelensky oggi ha ricordato l’81mo anniversario della deportazione dei tatari di Crimea da parte del regime sovietico e riafferma: “La Crimea, come tutta l’Ucraina, deve essere libera. Gli imperi cadono sempre”. In un post su X, il presidente ucraino scrive: “Oggi è un giorno che ci ricorda perché qualsiasi impero brutale merita di cadere. 81 anni fa, il regime sovietico diede inizio alla deportazione del popolo tataro di Crimea. Un’intera nazione fu espulsa dalla sua terra natale e costretta a un viaggio che si trasformò in una condanna a morte per migliaia e migliaia di persone, per innumerevoli famiglie. Almeno un terzo del popolo tataro di Crimea perse la vita a causa di malattie, fame, sfinimento e abusi. Una tragedia resa possibile da un sistema totalitario criminale e dall’impunità dei governanti di Mosca”.  

Una tragedia, sottolinea Zelensky, che “non avrebbe mai dovuto ripetersi: ma nel 2014 si è verificata un’altra occupazione russa della Crimea e ora, purtroppo, migliaia di famiglie sono di nuovo separate. Ancora una volta, è necessario lottare per la libertà e per la propria patria”. “Onoriamo la memoria di tutte le vittime della deportazione, il genocidio del popolo tataro di Crimea. Ricordiamo quanto fosse importante che il popolo potesse tornare a casa. Continuiamo a lavorare per difendere il nostro Stato indipendente, tutto il nostro popolo e tutta la nostra terra”, conclude il presidente ucraino. 

 

Continua, intanto, il conflitto. E’ di almeno due civili ucraini uccisi il bilancio di uno degli attacchi più intensi condotti dalla Russia dall’inizio della guerra, secondo l’Aeronautica militare ucraina, che ha segnalato l’impiego di 273 droni tra sabato sera e le prime ore di questa mattina. Un attacco notturno nella capitale ucraina, Kiev, ha ucciso una donna di 28 anni e ferito altre tre persone: un uomo di 59 anni, una donna di 61 anni e un bambino di 4 anni, ha dichiarato il governatore regionale Mikola Kalashnik in un post su Telegram. 

In precedenza, il governo regionale di Donetsk aveva riferito sulla stessa piattaforma che una serie di attacchi aerei militari russi sul suo territorio avevano causato la morte di una persona e il ferimento di almeno altre otto. La vittima è una donna di 27 anni, secondo un messaggio diffuso dal governatore della regione, Vadim Filashkin, che ha specificato che tra i feriti c’è anche un minorenne. 

In una dichiarazione pubblicata sul suo account Telegram, l’Aeronautica militare ucraina ha affermato che gran parte dell’attacco è stata respinta “da missili antiaerei, unità di guerra elettronica e gruppi di fuoco mobili delle Forze di difesa ucraine”. “Alle 8 di stamattina, 88 droni d’attacco Shahed e altri tipi di droni sono stati confermati abbattuti nell’est, nel nord e nel centro del Paese”, si legge nella dichiarazione militare ucraina, “e altri 128 droni sono stati persi in volo senza conseguenze negative”.