(Adnkronos) –
Cessate il fuoco “totale e immediato” tra India e Pakistan. Ad annunciarlo è il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui social. “Dopo una lunga notte di colloqui mediati dagli Stati Uniti, sono lieto di annunciare che India e Pakistan hanno concordato un cessate il fuoco totale e immediato”, scrive su X il presidente. 

“Congratulazioni a entrambi i Paesi per il buonsenso e la grande intelligenza” e “grazie per l’attenzione sulla vicenda”, conclude il leader Usa, Paese vicino all’India e da sempre con rapporti ‘difficili’ con il Pakistan. 

Dopo le parole di Trump arriva la conferma di Islamabad e Nuova Delhi. “Pakistan e India hanno concordato un cessate il fuoco con effetto immediato. Il Pakistan ha sempre perseguito pace e sicurezza nella regione, senza compromettere la sua sovranità e integrità territoriale”, ha dichiarato il ministro degli Esteri pachistano, Ishaq Dar. 

E in una conferenza stampa lampo, il ministro degli Esteri indiano Vikram Misri ha ricostruito che “il direttore generale delle operazioni militari in Pakistan ha chiamato la sua controparte indiana alle 15.35 (ora locale). Hanno concordato che entrambe le parti cesseranno ogni forma di combattimento e azione militare su terra, aria e mare con effetto dalle 5 di oggi (l’una in Italia)”.  

Prima dell’annuncio di Trump, il Pakistan aveva rivendicato oggi la distruzione di un sistema di difesa aereo indiano in un contrattacco con missili ipersonici dopo che l’India ha lanciato missili contro basi militari. I militari pakistani affermavano di aver colpito la città indiana di Adampur, nel Punjab, distruggendo un “sistema S-400”. Una notizia che non trovava conferme sui media indiani. Il giornale The Indian Express citava una fonte militare secondo cui il sistema non è stato colpito. La dichiarazione è arrivata dopo che il Pakistan aveva parlato di rappresaglia in risposta a tre attacchi indiani sventati.  

In un post su X, il governo di Islamabad affermava quindi che gli attacchi contro tre basi militari in Pakistan sono stati respinti senza vittime né danni. Islamabad sosteneva di aver lanciato una controffensiva per difendere il suo territorio, lo spazio aereo e la sicurezza nazionale e assicura la “difesa di ogni centimetro di terra”. In Pakistan i media parlavano di diversi obiettivi militari indiani colpiti e distrutti. Non ci sono conferme da parte indiana.  

Le forze armate pakistane avrebbero intanto condotto nuovi attacchi con droni contro il Kashmir indiano colpendo anche la città di Jammu, aveva riferito all’Afp una fonte del ministero della Difesa indiano, dopo che il Pakistan aveva in precedenza negato di aver compiuto tali attacchi. La fonte ha affermato che “i droni sono stati avvistati a Jammu e Samba” nel Kashmir amministrato dall’India e a Pathankot nel vicino stato del Punjab. 

Il ministero della Difesa di Nuova Delhi accusava quindi il Pakistan di “continua escalation” e riferiva di vari droni abbattuti alle prime ore di oggi. “E’ inaccettabile questo palese tentativo di violare la sovranità dell’India e di mettere in pericolo le vite dei civili”, si leggeva in un post su X nel mezzo dell’escalation tra i due Paesi eterni rivali.  

Intanto l’Autorità aeroportuale aveva comunicato via Facebook che oggi resterà chiuso per tutti i voli lo spazio aereo del Pakistan. L’India ha chiuso 32 aeroporti nel nord e nell’ovest del Paese fino al 14 maggio.  

Il segretario di Stato Usa Marco Rubio aveva avuto nelle ultime ore un colloquio con il capo dell’Esercito pakistano, Asim Munir, continuando “a sollecitare entrambe le parti” alla “de-escalation” e offerto “l’assistenza degli Stati Uniti per avviare colloqui costruttivi per evitare futuri conflitti”, aveva fatto sapere la portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce. 

Rubio aveva quindi avuto colloqui telefonici anche con il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, e il vicepremier e ministro degli Esteri del Pakistan, Ishaq Dar. Rubio, ha reso noto la portavoce, aveva sottolineato come “entrambe le parti debbano trovare modi per la de-escalation e ristabilire la comunicazione diretta per evitare errori di calcolo”.