(Adnkronos) – I negoziati sulla tregua “non hanno più alcun senso”. Così Bassem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas, all’indomani dell’annuncio del premier israeliano Benjamin Netanyahu di una “grande offensiva” se non torneranno gli ostaggi. 

Naim, che fa appello alla comunità internazionale perché prema su Israele per lo stop alla “guerra della fame” nella Striscia di Gaza, dice: “Non ha alcun senso impegnarsi in negoziati, né esaminare nuove proposte di cessate il fuoco mentre prosegue la guerra della fame e la guerra di sterminio nella Striscia di Gaza”. Quindi, il responsabile di Hamas ha rivolto un appello alla comunità internazionale perché “faccia pressione sul governo Netanyahu per mettere fine al crimine di affamare, assetare e uccidere” la popolazione palestinese di Gaza. 

 

L’offensiva pianificata da Israele nella Striscia di Gaza “includerà un attacco su vasta scala e lo spostamento della maggior parte della popolazione” dell’enclave palestinese “per proteggerla in un’area sterile, lontano da Hamas”. Questo quanto affermato dal portavoce delle forze israeliane (Idf) Effie Defrin, in una dichiarazione dal confine con la Striscia riportata dal Times of Israel. Il portavoce ha parlato di un “piano organizzato” e affermato che “stiamo passando a una fase nuova e intensificata” nell’enclave palestinese teatro delle operazioni militari israeliane dall’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. 

“Nessuno rinuncerà a nessuno dei due” obiettivi, né alla sconfitta di Hamas e né alla restituzione dei prigionieri, ha dichiarato, citato dalla radio Reshet Bet, il ministro dell’Energia israeliano Eli Cohen, aggiungendo che “la parola tregua deve essere cancellata dal lessico. La Striscia di Gaza sarà smilitarizzata”. 

Cohen ha aggiunto che la risposta di Israele agli attacchi missilistici rivendicati dagli Houthi “non dovrebbe essere limitata al solo Yemen: dietro tutto questo c’è l’Iran, che deve pagarne il prezzo”. 

 

Almeno due palestinesi sono stati uccisi nel nord di Gaza dalle forze israeliane. Uno di essi è stato colpito a Tuffah, a est della città di Gaza, secondo l’agenzia palestinese Wafa. Un altro uomo è stato invece colpito nei pressi di Beit Lahiya, riporta al Jazeera. 

 

“Una condanna molto ferma perché è contrario al diritto internazionale”. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, non usa mezzi termini per rispondere ai microfoni di Rtl a una domanda sugli ultimi piani israeliani annunciati per la Striscia di Gaza, teatro di operazioni militari israeliane dall’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. 

Anche la Cina ha dichiarato di essere contraria alle azioni militari di Israele a Gaza, dopo che l’Idf ha annunciato l’ampliamento delle operazioni nel territorio e il conseguente sfollamento della “maggior parte” della popolazione. “La Cina è molto preoccupata per l’attuale situazione tra Palestina e Israele”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, aggiungendo: “Ci opponiamo alle azioni militari in corso di Israele a Gaza e auspichiamo che tutte le parti attuino costantemente ed efficacemente l’accordo di cessate il fuoco”. 

 

Steve Witkoff, inviato del presidente americano Donald Trump, ha confermato contatti “quasi ogni giorno” con i Paesi mediatori, Egitto e Qatar, e con Israele riguardo le difficili trattative per la liberazione dei “59 ostaggi ancora trattenuti” da Hamas nella Striscia di Gaza. “A nome del presidente Trump, vi dico che stiamo lavorando e speriamo che la prossima Festa dell’Indipendenza (il 14 maggio) non sia solo un augurio di gioia ma una gioiosa realtà”, ha detto Witkoff durante un evento organizzato dall’ambasciata israeliana a Washington, come riporta il Jerusalem Post. 

Durante l’intervento, l’inviato di Trump ha anche invitato gli israeliani a “scegliere l’unità, non le divisione”. Intanto un esponente dell’ufficio politico di Hamas ha ribadito all’agenzia Afp che i negoziati sulla tregua “non hanno più alcun senso”. 

 

Gli Houthi dello Yemen hanno dichiarato che quattro persone sono state uccise e 39 ferite nei raid aerei israeliani seguiti all’attacco missilistico dei ribelli contro il principale aeroporto israeliano. “Tre cittadini sono stati uccisi e altri 35 sono rimasti feriti” in una fabbrica di cemento a Bajil, mentre una persona è morta e quattro sono rimaste ferite nel porto di Hodeida, ha dichiarato la stazione televisiva Al-Masirah degli Houthi, citando il ministero della Salute. 

“Il sangue dei civili e dei lavoratori alimenterà una risposta da parte dello Yemen dura ed eclatante”, che arriverà “presto”. E’ la minaccia contenuta in un post sull’account X di Hezam al-Asad, esponente dell’ufficio politico degli Houthi dello Yemen, dopo i raid “israelo-americani” che ieri hanno colpito “il porto di Hodeidah e il cementificio di Bajil”. 

Vengono bollati come un “crimine efferato che non passerà senza risposta”. “Continueremo a sostenere Gaza con fede e determinazione, a colpire in profondità nel territorio del nemico e a interromperne il movimento fin quando l’aggressione non si fermerà e fin quando non verrà revocato l’assedio – incalza in un messaggio postato nelle scorse ore in ebraico e rilanciato dai media israeliani – la risposta è imminente, sarà dolorosa e sorprendente”. 

 

L’Iran, accusato da anni di sostenere gli Houthi dello Yemen, “condanna” i raid israeliani in Yemen “contro il porto di Hodeidah e altre infrastrutture in violazione del diritto internazionale”. Una dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri di Teheran rilanciata dall’agenzia ufficiale iraniana Irna parla di “un crimine”, di una “grave violazione dei principi e delle norme del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite in materia di sovranità e integrità territoriale dei Paesi”. 

La Repubblica Islamica chiede alla comunità internazionale e ai Paesi della regione “misure efficaci” per fermare “lo spargimento di sangue e la distruzione” con accuse a Usa e Israele. Nella dichiarazione del portavoce Esmaeil Baqaei riportata dall’Irna si afferma che “l’unico modo” per avere sicurezza nella regione è “fermare il genocidio e i crimini commessi” da Israele “a Gaza e porre fine all’impunità per i criminali israeliani”. 

Ieri i militari israeliani hanno confermato di aver attaccato obiettivi degli Houthi in Yemen, anche il porto di Hodeidah, affermando che i siti venivano utilizzati per il “trasferimento di armi iraniane” e di altro equipaggiamento militare. Operazioni scattate in risposta ai “ripetuti attacchi degli Houthi contro Israele”.