(Adnkronos) – “Quando si parla di bambini è importante toccare il tema della precocità, nel senso che comunque oggi siamo in grado di eseguire diagnosi di sordità entro i primi giorni di vita del neonato”. Così all’Adnkronos Salute il responsabile di Audiologia Impianti Cocleari dell’ospedale Martini di Torino, Diego Di Lisi.
 

“Grazie allo screening uditivo neonatale che qui in Italia è diventato universale – spiega Di Lisi – questi bambini vengono poi mandati ai centri audiologici di secondo livello per la diagnosi e questa diagnosi può essere eseguita con la strumentazione adeguata, con la tecnologia e con le competenze in termini molto precoci. Il tutto – osserva l’esperto – comporta una precocità anche di quelle che sono poi le prospettive terapeutiche, quindi la protesizzazione acustica nelle sordità moderate e successivamente nelle sordità profonde o comunque nelle sordità gravi, l’impianto cocleare che ha cambiato il destino di questi bambini”. 

Tutto ciò che la “tecnologia contribuisce a migliorare” e quindi a rendere, in questo caso, “l’applicazione dell’impianto cocleare, per mezzo di un sistema robotico che aiuta alla preservazione delle strutture anatomiche – continua Di Lisi – è un atto di responsabilità importante, perché il danneggiamento o comunque le lesioni anche minime percettibili che vengono create sulla coclea possono determinarne quindi una complicanza, una fibrosi o comunque una situazione che in qualche modo può poi nel futuro complicare eventuali applicazioni di altre tecnologie”. 

La chirurgia “robotica, grazie a questa possibilità di inserire l’elettrodo secondo una velocità e una direzione di inserzione programmati consente di essere particolarmente atraumatici e quindi permette di lasciare aperte al futuro quelle che potranno essere le nuove applicazioni in un bambino di pochi mesi”, conclude.