(Adnkronos) –
Ha fatto ritrovare l’arma e ha raccontato quanto accaduto il 19enne Renato Caiafa, fratello minore di Luigi, il giovane che rimase ucciso nel 2020 in una rapina a Napoli. Sarebbe stato lui ad aver maneggiato la pistola dalla quale nella notte tra venerdì e sabato alle 4 è partito il colpo che ha ucciso il 18enne Arcangelo Correra, morto in mattinata dopo il disperato ricovero all’ospedale Vecchio Pellegrini. Un folle “gioco”, una disattenzione mentre mostrava l’arma ricettata, sarebbero alla base dell’omicidio. I due giovanissimi sono anche imparentati. Correra e i fratelli Caiafa sono cugini. 

Le indagini lampo condotte dagli agenti della Squadra mobile di Napoli hanno portato subito all’identificazione del 19enne, che si è presentato in Questura, ha fatto ritrovare la pistola e ha raccontato quanto accaduto in via dei Tribunali angolo piazza Sedil Capuano, in pieno centro storico di Napoli. Ora il pm della Procura di Napoli, Ciro Capasso, sta vagliando la sua posizione prima di firmare un decreto di fermo d’indiziato di delitto. Renato Caiafa finirà in carcere. Tra le accuse contestate al giovane ci sono il porto e la ricettazione dell’arma, ma anche il reato di omicidio. 

Arcangelo Correra è stato colpito da un proiettile alla testa. Arrivato in fin di vita all’ospedale Vecchio Pellegrini, è morto qualche ora dopo. Incensurato, il 18enne era imparentato con alcuni pregiudicati della zona. 

Escluse le ipotesi di un agguato o di un raid, si è fatta largo subito la pista del gioco finito male. Secondo quanto si apprende, i tre giovani – tutti maggiorenni – stavano maneggiando una pistola, quando sarebbe partito un colpo dopo lo scarrellamento dell’arma.