(Adnkronos) –
I migranti, trasferiti in Albania, dovranno essere riportati in Italia. Non è stato convalidato, infatti, il trattenimento, emesso dalla questura di Roma il 17 ottobre, nel centro di permanenza per il rimpatrio in Albania. In tutto i migranti sono dodici, visto che quattro hanno fatto rientro in Italia, perché non risultati idonei nel corso dei controlli all’hotspot di Schengjin. I giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma con il provvedimento hanno anche disposto, a quanto si apprende, che dovranno essere riaccompagnati nel nostro Paese.  

“Il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture e aree albanesi, equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane, è dovuto all’impossibilità di riconoscere come ‘Paesi sicuri’ gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell’inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal Protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto a essere condotte in Italia” spiega la sezione Civile per i diritti della persona e immigrazione del Tribunale di Roma.  

“Il Tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento del nostro assistito, un cittadino bengalese richiedente protezione internazionale, ritenendo di disapplicare la qualifica di Paese terzo di origine sicura sulla base della sentenza della Corte di Giustizia Ue dello scorso 4 ottobre” scrivono gli avvocati Silvia Calderoni, Paolo Iafrate e Arturo Salerni. “Poiché il Bangladesh non può essere, alla luce di tale giurisprudenza considerato automaticamente un Paese sicuro, il trattenimento è privo di titolo”. “Le autorità italiane, hanno quindi il dovere di riportare in Italia le persone trattenute e così consentire loro l’esercizio del diritto di asilo sul territorio italiano” concludono. 

“Rispetto i giudici, ma faremo ricorso” dice il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nel corso del punto stampa a Ventimiglia. “La mancata convalida dei trattenimenti nega il diritto di uno Stato a procedure accelerate” sottolinea. ”La vera scommessa per gli Stati è conciliare il diritto di asilo sacrosanto dei migranti con la celerità delle procedure” precisa. Rispetto profondamente i giudici, ha aggiunto Piantedosi, ma ”noi la battaglia la faremo all’interno dei meccanismi giudiziari per l’affermazione di quella che è la nostra visione in punta di diritto”. ”Noi ricorreremo arrivando fino alla Cassazione. Qua nessuno mette in discussione le prerogative dell’ordine giudiziario”.  

”Qui non è che è stata giudicata la decisione amministrativa del riconoscimento o meno al diritto all’asilo di queste 12 persone, sono successi casi analoghi negli ultimi tempi anche a Porto Empedocle, qui si nega il diritto dell’esecutivo, del governo, di attivare procedure accelerate, ovvero fare in un mese quello che altrimenti avviene in tre anni e questo a beneficio anche delle persone”. Quindi non ”è colpa dei giudici”, ha chiarito, ”è colpa di una evoluzione dell’applicazione del diritto che si è fatta in Italia”. ”Noi andremo avanti non solo con i ricorsi giudiziari ma anche con tutte queste iniziative perché dal 2026 quello che l’Italia sta realizzando con il progetto in Albania, ma non solo, diventerà diritto Europeo”.  

“Pd, M5S e AVS hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea chiedendo se intende aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’accordo sui flussi migratori con l’Albania” scrive su X, Giorgia Meloni. “Avete capito bene – sottolinea la presidente del Consiglio – alcuni partiti italiani stanno di fatto sollecitando l’Europa a sanzionare la propria Nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo governo. Una vergogna che non può passare inosservata”. 

“Quanto stiamo vedendo è una indecenza” perché “se passa principio che non esistono nazioni sicure, vuol dire che non potremo più espellere un clandestino” dice all’AdnKronos, Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di Fdi. “Quei giudici – dice – si candidassero. Il governo – chiede – deve poter difendere i confini e svolgere la sua attività, deve prevalere la divisione dei poteri”. 

“Sono rimasto molto stupito, ma non voglio commentarlo perché lo stupore supera ogni commento” ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa, a margine del ComoLake 2024 in corso a Cernobbio. 

“Proprio nel giorno dell’udienza del processo Open Arms contro Matteo Salvini, l’ordinanza che non convalida il trattenimento degli immigrati in Albania è particolarmente inaccettabile e grave” scrive in una nota la Lega. “I giudici pro-immigrati si candidino alle elezioni, ma sappiano che non ci faremo intimidire”. 

“Noi andremo avanti, riteniamo che sia giusto fare così in sintonia con quello che ha detto Ursula Von der Leyen, che in una lettera ai commissari ha detto che l’accordo Italia-Albania è un modello da seguire” ha detto Antonio Tajani, nella conferenza stampa a Ventimiglia con Matteo Piantedosi, ribadendo che “ieri a Bruxelles ci sono state molteplici affermazioni europee di sostegno a questa iniziativa che non è in violazione delle regole umanitarie, che non è in violazione del diritto internazionale, che vede la presenza dell’Unhcr”. “Rispetto totale dei valori e dei principi della Ue”, ha concluso il ministro. 

“La sezione immigrazione del Tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei migranti nel Cpr in Albania” ha detto la segretaria Dem Elly Schlein. “Noi l’avevamo detto, non perché siamo veggenti ma perché leggiamo le leggi. Mi rivolgo al governo e alla presidente Meloni: fermatevi, tornate indietro come siete costretti a riportare indietro persone ignobilmente deportate in Albania”. 

“La decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento delle persone migranti, deportati in Albania, sconfessa chiaramente l’operato del governo Meloni” scrive in una nota il portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Avs, Angelo Bonelli. “Nelle motivazioni del Tribunale si sottolinea che il diniego è dovuto all’impossibilità di riconoscere come ‘Paesi sicuri’ gli Stati di provenienza dei migranti, come previsto dalla sentenza della Corte di Giustizia Ue dello scorso 4 ottobre. Di conseguenza, la procedura di frontiera e il trasferimento in Albania risultano inapplicabili, riconoscendo il diritto dei migranti a essere condotti in Italia”. “Chi pagherà per questo fallimento? Chi pagherà per un’operazione in cui 16 migranti sono stati deportati in Albania con una nave da guerra italiana, 80 uomini di equipaggio, al costo di 18mila euro a testa? Questo è un vergognoso sperpero di denaro pubblico”.