(Adnkronos) – “La ricerca non serve solo per introdurre nuove tecnologie nella pratica clinica, ma soprattutto per insegnare ai nostri specializzandi a sviluppare un pensiero critico, capace di valutare quali terapie e quali trattamenti chirurgici siano realmente validi e utili per il paziente”. Così Gianluca Vadalà, professore associato Malattie dell’apparato locomotore Università Campus Bio-Medico di Roma, intervendo al primo incontro annuale del team di ricerca in Ortopedia e traumatologia dell’Ucbm, oggi a Roma. Vadalà ha sottolineato come al Campus Bio-Medico “venga portata avanti una ricerca di tipo traslazionale, che consente di trasferire rapidamente i risultati dal laboratorio alla pratica clinica”.
“Quello che osserviamo in laboratorio – ha detto – cerchiamo di portarlo direttamente al letto del paziente. L’unicità del nostro modello è avere il centro di ricerca accanto all’ospedale, permettendo agli specializzandi di entrare in laboratorio, conoscere la ricerca di base e sviluppare studi sperimentali con ricadute concrete sulla clinica”. Un impegno che si traduce anche in filoni di ricerca avanzata. “Da anni raccogliamo evidenze scientifiche sulla possibilità di trattare il mal di schiena con terapie avanzate come le cellule staminali. Siamo partiti dalla ricerca di base e siamo arrivati a studi clinici randomizzati che mostrano risultati concreti”. Vadalà ha infine ricordato come il suo ambito clinico e di ricerca sia “incentrato soprattutto sulla chirurgia vertebrale e sulla rigenerazione cartilaginea, due cardini fondamentali della nostra scuola di specializzazione in ortopedia”.
