(Adnkronos) –
L’età della pensione salirà a 70 anni per alcuni Paesi, tra cui l’Italia. La previsione è contenuta nel rapporto dell’Ocse sul panorama delle pensioni. “L’invecchiamento della popolazione è una sfida strutturale fondamentale per i paesi Ocse, con significative implicazioni economiche, fiscali e sociali”, spiega il Segretario Generale dell’Ocse, Mathias Cormann. 

“Viviamo più a lungo e in salute, quindi, dobbiamo lavorare più a lungo. I Paesi devono aumentare l’età pensionabile effettiva e rafforzare le opportunità di lavoro in età avanzata per migliorare la sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici, garantire la sicurezza finanziaria in età avanzata e sostenere una forte crescita economica”.  

 

La spesa pensionistica pubblica in Italia, rileva l’Ocse, ammonta a circa il 16% del Pil, seconda solo alla Grecia nell’Ocse, di cui almeno un quarto non finanziata dai contributi pensionistici. Il collegamento tra età pensionabile e aspettativa di vita in Italia è stato introdotto in Italia nel 2011, con la legge Fornero, ma sospeso tra il 2019 e il 2026. Il collegamento dovrebbe essere ripristinato nel 2027 e la sua attuazione è inclusa nella bozza di ottobre della legge di bilancio 2026: l’età pensionabile aumenterebbe di un mese nel 2027 e di due mesi nel 2028. 

L’Ufficio parlamentare di bilancio stima che l’eliminazione del collegamento tra aspettativa di vita ed età pensionabile costerebbe all’Italia circa lo 0,4% del Pil all’anno fino al 2040 e aumenterebbe il già elevato rapporto debito/Pil di 7 punti percentuali. ”Eliminare gradualmente la possibilità di andare in pensione prima dei 64 anni è essenziale per aumentare l’occupazione in età avanzata e limitare l’attuale pressione fiscale”, secondo l’Ocse. Inoltre ”limitare le opzioni di pensionamento anticipato a tre anni al di sotto dell’età pensionabile legale sarebbe più coerente con le tendenze dei paesi Ocse e sufficientemente flessibile, soprattutto considerando l’elevata aspettativa di vita e l’elevata spesa pensionistica in Italia”, conclude l’Organizzazione. 

 

L’invecchiamento della popolazione, si legge nello studio, è dovuto ”ai bassi tassi di natalità e alle maggiori aspettative di vita” che continueranno ad aumentare la pressione fiscale sui sistemi pensionistici ”in un periodo di elevato debito pubblico e di esigenze di spesa contrastanti”. La popolazione dei Paesi Ocse invecchierà rapidamente nei prossimi 25 anni: entro il 2050 ci saranno 52 persone di età pari o superiore a 65 anni ogni 100 persone di età compresa tra 20 e 64 anni, rispetto alle 33 del 2025 e alle sole 22 del 2000. L’aumento previsto entro il 2050 è particolarmente forte in Corea, di quasi 50 punti, e in Grecia, Italia, Polonia, Repubblica Slovacca e Spagna di oltre 25 punti.  

 

Si prevede che la popolazione in età lavorativa, composta da persone di età compresa tra 20 e 64 anni, diminuirà di oltre il 30% nei prossimi 40 anni in Estonia, Grecia, Italia, Giappone, Corea, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Slovacca e Spagna. In base alla legislazione vigente, l’età pensionabile normale aumenterà in media nei paesi Ocse da 64,7 e 63,9 anni per gli uomini e le donne che andranno in pensione nel 2024, a 66,4 e 65,9 anni, rispettivamente, per le persone che inizieranno la loro carriera nel 2024. L’età pensionabile normale futura varia dai 62 anni in Colombia (per gli uomini), Lussemburgo e Slovenia ai 70 anni o più in Danimarca, Estonia, Italia, Paesi Bassi e Svezia.