(Adnkronos) – Giuseppe Sempio, padre di Andrea, indagato per corruzione. Ancora novità sul caso Garlasco oggi, giovedì 30 ottobre.
Il 37enne Andrea Sempio è indagato per l’omicidio in concorso di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007.
“Alcuni elementi trovati durante la perquisizione dell’abitazione avvenuta lo scorso 26 settembre e un altro insieme di cose ci fanno ritenere che, se c’è stato un passaggio di denaro, lo ha orchestrato lui”. Così una fonte qualificata spiega all’Adnkronos la scelta odierna di iscrivere nel registro degli indagati Giuseppe Sempio, padre di Andrea, con l’accusa di corruzione.
Per la Procura di Brescia sarebbe stato Giuseppe Sempio ad avere un ruolo nella presunta corruzione dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti per assicurarsi – dietro il pagamento di 20-30mila euro – l’uscita di scena del figlio dall’inchiesta sul delitto di Garlasco. Oltre al famoso biglietto scritto a mano trovato in casa Sempio (“Venditti gip archivia per 20.30 euro”), ci sarebbero anche altri elementi contro il nuovo indagato. Giuseppe Sempio ha sempre sostenuto che i soldi di cui si parla in alcune intercettazioni sono serviti per pagare in contanti (e senza ricevuta) il vecchio pool difensivo.
Il procuratore di Brescia Francesco Prete e la pm Claudia Moregola hanno dato incarico al consulente tecnico Matteo Ghigho di procedere “all’estrazione di copia forense dei contenuti dei dispositivi e dei supporti” già sequestrati a Giuseppe Sempio e all’ex procuratore Venditti. L’atto sull’attività informatica irripetibile conferma l’iscrizione nel registro degli indagati di Giuseppe Sempio come presunto corruttore.
L’attività affidata al consulente va “estesa sia ai dati presenti che a quelli eventualmente cancellati, mediante applicativi in grado di garantire l’integrità dei dati, riversando i dati così estratti in un apposito supporto (cosiddetta copia- mezzo), di cui autorizza sin d’ora l’acquisto”. Le operazioni inizieranno nel pomeriggio di lunedì 3 novembre in uno studio di Pinerolo (Torino). Si tratta di una nuova richiesta, la terza per quanto riguarda l’ex magistrato Venditti, di poter accedere al contenuto dei dispositivi informatici.
