(Adnkronos) – “Vedere la bandiera palestinese sventolare sul Campidoglio è un colpo al cuore per gli ebrei di Roma”. E’ quanto dichiara Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma. “Una scelta di campo divisiva che non ci rappresenta né come cittadini, né come ebrei che hanno radici millenarie in questa città. È una decisione che contrasta con la memoria dell’attentato alla Sinagoga, in cui terroristi palestinesi uccisero un bimbo di 2 anni, Stefano Gaj Taché, un ‘nostro bambino’ come lo definì il presidente Mattarella, e ferirono decine di ebrei. Ci stupisce e rattrista che la propaganda Pro-Pal abbia fatto breccia nel Consiglio Comunale della nostra città”, dice Fadlun. 

Dopo i contrasti tra Pd e M5S di qualche giorno fa, l’Aula Giulio Cesare infatti ha approvato una mozione di maggioranza che impegna sindaco e Giunta “a condannare ogni attentato al diritto internazionale umanitario, compresa la recente offensiva contro Gaza City” e prevede l’esposizione della bandiera come “segno di vicinanza e solidarietà a tutta la popolazione palestinese”. 

“La bandiera palestinese sul Campidoglio è la stessa che viene sventolata nelle piazze Pro-Pal, accompagnata dalle parole d’odio di chi vuole cancellare Israele e perpetuare l’orrore del 7 ottobre. Un simbolo che aggrava pericolosamente il clima di antisemitismo dilagante e alimenta l’incertezza in cui è costretta a vivere oggi la Comunità Ebraica di Roma”, conclude Fadlun.  

Per la bandiera palestinese sul Campidoglio è polemica anche social, dove si susseguono i commenti degli ebrei romani. Sotto al post su Facebook del consigliere capitolino del Pd Giovanni Zannola che, postando la foto della bandiera palestinese sul Campidoglio, scrive “è la cosa giusta da fare, senza se e senza ma”, c’è chi argomenta: “Due popoli, implica la presenza di due bandiere assieme alla SACROSANTA bandiera della pace. La pace non si fa con una sola. Questo è negare i diritti dell’altro”. E chi attacca: “Ci andate pure fieri! Ma la Palestina la dobbiamo fare in Europa, a Roma?? Fatemi capire! Ma cosa c’entra! Togliete quello scempio”. C’è chi lamenta “una decisione assurda, presa senza il consenso dei cittadini romani, solo per pochi esaltati. Quante bandiere dovrebbero sventolare? Una per ogni popolo che subisce massacri?”. E chi semplicemente si chiede: “Scusa, ma la bandiera dell’altro stato?”. Oppure, sarcasticamente: “Domani immagino mettiate quella del sudan?”.  

“Un atto vergognoso: una resa alla propaganda di Hamas e un tradimento verso la comunità ebraica più antica del mondo, presente a Roma da oltre duemila anni”, accusa Vittorio Pavoncello Botticella, secondo cui “il sindaco Roberto Gualtieri e il Comune di Roma non possono lavarsene le mani: questo gesto resta un marchio di disonore per l’intera città”. C’è anche chi accusa l’Ucei: “Dove sono le nostre istituzioni? L’Ucei organizza tornei di padel?”. E chi chiama in causa l’assessore Tobia Zevi: “Non dice niente un membro dell’amministrazione Gualtieri… Che fa parte nella nostra comunità? Nessuna parola… Solo silenzio per questo tizio che non dice niente…”, scrive Vittorio Di Segni. 

Unione Benè Berith Italiana: “Gualtieri rimuova bandiera Palestina” 

“La decisione dell’assemblea Capitolina di esporre la bandiera palestinese sul palazzo senatorio ci lascia costernati e esterrefatti” sottolinea in una nota Unione Benè Berith Italiana. “Nei palazzi istituzionali che rappresentano il nostro paese e la città di Roma, capitale d’Italia, l’unico vessillo che dovrebbe sventolare dovrebbe essere il tricolore della bandiera nazionale italiana. Un gesto unilaterale che non contribuisce in alcun modo alla pace”.  

“Meritevole – prosegue la nota – in ogni caso la richiesta dei deputati di Italia Viva di esporre anche la bandiera di Israele, accanto a quella palestinese. L’Ubbi – conclude il comunicato – rimane convinta che la scelta dei consiglieri di Roma Capitale sia profondamente sbagliata e invita il sindaco Gualtieri a rimuovere un vessillo che non rappresenta l’Italia ed è così divisivo visto il conflitto in corso”.