(Adnkronos) – Mentre la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza si aggrava di ora in ora e l’Europa tenta di fare pressing, arriva oggi una nuova reazione israeliana all’annuncio del presidente francese Emmanuel Macron, secondo cui la Francia riconoscerà uno Stato palestinese all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre. “Non promuoverà la pace in Medio Oriente e non contribuirà a sconfiggere la minaccia del terrore”, ha scritto su X il presidente israeliano Isaac Herzog, aggiungendo che l’annuncio “non aiuterà certamente a far tornare gli ostaggi trattenuti a Gaza prima del previsto”. 

Intanto la Francia rilancia dopo le polemiche: Parigi non starebbe infatti premiando Hamas, come accusano i critici della decisione francese, ma piuttosto dimostrando che il movimento islamista ha torto, scrive su X il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot.
 

“Hamas ha sempre respinto la soluzione dei due Stati. Riconoscendo la Palestina, la Francia sta dimostrando che il movimento terroristico ha torto. Sta dimostrando che il campo della pace ha ragione contro quello della guerra”, ha spiegato sul social Barrot. 

Se la Francia si è detta pronta, il governo tedesco invece “non ha piani” riguardo al riconoscimento di uno Stato palestinese “nel breve termine”, e “continua a considerare” tale mossa “come uno degli ultimi passi nel percorso verso una soluzione a due Stati”, afferma il portavoce Stefan Kornelius in un comunicato, aggiungendo che “la sicurezza di Israele è di fondamentale importanza per il governo tedesco”. 

“Il riconoscimento della Francia è una vittoria per la causa palestinese, che riflette il suo impegno sincero nel sostenere il popolo palestinese e i suoi legittimi diritti alla terra e alla patria, in conformità con il diritto internazionale e la legittimità riconosciuta”, ha commentato intanto il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, che esprime profondo apprezzamento per il “coraggioso passo compiuto da Parigi”, che “contribuirà in modo significativo al raggiungimento della pace basata sulla soluzione dei due Stati, in linea con la legittimità e il diritto internazionale”. 

Nella sua dichiarazione, Abbas esprime inoltre gratitudine nei confronti dell’Arabia Saudita per i suoi sforzi e la sua ferma posizione, guidata dal Custode delle Due Sacre Moschee, Re Salman bin Abdulaziz, e dal Principe Ereditario e Primo Ministro Mohammed bin Salman, riferisce l’agenzia di stampa Wafa. 

Il capo dell’Anp attribuisce alla loro leadership il ruolo chiave nel favorire la decisione della Francia di riconoscere lo Stato di Palestina, sottolineando che il riconoscimento da parte della Francia è una testimonianza del ruolo dei paesi che credono nella soluzione dei due Stati e si impegnano a salvarla, “soprattutto alla luce dei tentativi sistematici di Israele di indebolirla, in particolare attraverso la guerra di genocidio in corso a Gaza”. 

Si allontana ancora la possibilità di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza dopo il fallimento dei negoziati tra Israele e Hamas a Doha e il ritiro dal tavolo delle delegazioni di Tel Aviv e degli Stati Uniti. 

Oggi, venerdì 25 luglio, si terrà un ‘vertice’ tra Regno Unito, Francia e Germania. A darne l’annuncio è stato ieri il premier britannico Keir Starmer. “Avrò una ‘telefonata d’emergenza’ con i partner E3 e discuteremo quello che possiamo urgentemente fare per fermare le uccisioni e portare il cibo alle persone che ne hanno disperato bisogno, mentre facciamo tutti i passi necessari per costruire una pace durevole”, ha annunciato Starmer.  

“La sofferenza e la fame a Gaza è indicibile e intollerabile”, ha scandito affermando che “siamo tutti d’accordo” sulla necessità di fare pressioni su Israele per permettere l’ingresso di aiuti nella Striscia. “Un cessate il fuoco ci metterebbe sul cammino del riconoscimento dello stato palestinese e la soluzione dei due Stati che garantisce pace e sicurezza per palestinesi e israeliani”, ha concluso.  

In attesa di trovare una strategia comune, intanto ieri il presidente francese Macron ha annunciato che riconoscerà lo stato di Palestina. Una svolta storica che verrà ufficializzata all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il prossimo settembre a New York.  

“Ho deciso che la Francia riconoscerà lo stato di Palestina. Farò l’annuncio solenne all’Assemblea Generale della Nazioni Unite a settembre”, ha scritto sui social il presidente. Un annuncio arrivato poco dopo che Francia e Arabia Saudita avevano annunciato per lunedì e martedì all’Onu una conferenza da loro presieduta per la soluzione dei due Stati. Conferenza alla quale gli Stati Uniti hanno fatto sapere che non parteciperanno.  

Intanto la presa di posizione di Parigi che si allinea a quella della Spagna e di altri Paesi europei, ha fatto infuriare Israele con il premier Benjamin Netanyahu che ha condannato fermamente a nome del Paese la scelta di “riconoscere uno Stato palestinese vicino a Tel Aviv sulla scia del massacro del 7 ottobre” asserendo che “il riconoscimento francese della Palestina premia il terrorismo e rischia di creare un altro proxy iraniano”. 

“E’ una vergogna che Hamas agisca in modo egoistico”. Con queste parole Steve Witkoff, inviato speciale di Donald Trump ha annunciato il ritiro dei negoziatori Usa. Witkoff ha accusato Hamas di non voler “raggiungere un cessate il fuoco”. “Mentre i mediatori hanno fatto grandi sforzi – ha scandito – Hamas non sembra coordinarsi o agire in buona fede”. “Noi ora considereremo opzioni alternative per portare a casa gli ostaggi e cercare di creare un ambiente più stabile per il popolo di Gaza”, conclude affermando che “siamo risoluti nel cercare la fine di questo conflitto e una pace permanente a Gaza”.  

A far saltare la trattativa sarebbe stata, secondo quanto riferito da fornti informate al il giornalista di Axios, Barak Ravid, la richiesta di Hamas di rilasciare 200 palestinesi condannati all’ergastolo per l’omicidio di israeliani e altri 2mila detenuti dopo il 7 ottobre in cambio del rilascio di 10 ostaggi vivi. Un numero maggiore rispetto ai 125 palestinesi della proposta originaria accettata da Israele.  

“Se Hamas scambia la nostra disponibilità a raggiungere un accordo per debolezza, per un’opportunità di imporre termini di resa che metterebbero a rischio Israele, si sbaglia di grosso”, ha tuonato Benjamin Netanyahu ribadendo che “siamo determinati ad ottenere tutti gli obiettivi della guerra”, e “a riportare tutti a casa ed è quello che faremo”.  

L’ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee ha intanto pubblicato sul suo account X una risposta alla decisione della Francia di riconoscere uno Stato palestinese, scrivendo: “La ‘dichiarazione’ unilaterale di Macron di uno Stato ‘palestinese’ non ha specificato dove sarebbe stato ubicato”. E ha aggiunto: “Posso ora rivelare in esclusiva che la Francia offrirà la Costa Azzurra e il nuovo Stato si chiamerà ‘France-en-stine'”. 

Intanto migliaia di persone hanno manifestato ieri in Israele per mettere fine la guerra a Gaza. La polizia ha detto di aver arrestato 24 persone a Haifa durante una manifestazione, organizzata dalla comunità degli arabo israeliani, definita illegale. Secondo video citati da Haaretz la polizia è intervenuta in modo violento per bloccare e arrestare i dimostranti e strappare i loro striscioni contro l’azione di Israele nella guerra a Gaza. A Tel Aviv i dimostranti si sono riuniti nella piazza di Habima dove secondo gli organizzatori decine di migliaia di persone hanno protestato contro la guerra. Tre persone sono state arrestate dalla polizia che, al termine della dimostrazione, cercava di disperdere la folla.  

Al rally, organizzato da una serie di organizzazioni anti-guerra, è intervenuto anche Noam Tibon, un generale dell’Idf in pensione, che ha detto che “all’inizio questa era una guerra giusta” riferendosi agli attacchi del 7 ottobre. “Ma oggi, 22 mesi dopo, non c’e’ nessuna ragione di sicurezza per questa guerra che si è trasformata in guerra politica condotta di estremisti. L’esercito israeliano sta affondando in una palude di sangue, la Striscia di Gaza”.