(Adnkronos) – Le proteste pro-immigrazione negli Usa continuano a estendersi oltre Los Angeles dove, dopo l’invio dei Marines da parte del presidente Donald Trump, la sindaca Karen Bass ha dichiarato lo stato di emergenza locale e imposto un coprifuoco notturno nel centro della città dopo diverse notti di disordini, vandalismi e saccheggi.  

“Ho dichiarato un’emergenza locale e imposto un coprifuoco per fermare il vandalismo e i saccheggi nel centro di Los Angeles”, ha dichiarato ai giornalisti. Le manifestazioni sono nate in risposta a un’ondata di arresti da parte delle autorità migratorie in una città con una significativa presenza di popolazione straniera e latinoamericana.  

La misura, per tutta la notte fino alle 6 del mattino, riguarda un’area ristretta di circa 2,5 chilometri quadrati e si applica a tutti, eccetto residenti, giornalisti e operatori dei servizi di emergenza. Le proteste, inizialmente pacifiche, sono degenerate dopo il tramonto, con piccoli gruppi che hanno approfittato della confusione per danneggiare proprietà, incendiare veicoli e saccheggiare negozi. 

La polizia di Los Angeles ha annunciato dal canto suo di aver avviato arresti di massa contro gruppi di manifestanti che hanno violato il coprifuoco imposto nel centro città, dopo giorni di proteste contro la politica migratoria del governo statunitense. “Gruppi multipli continuano a radunarsi… e sono in corso arresti di massa. Il coprifuoco è in vigore”, ha scritto il dipartimento di polizia su X, senza specificare il numero di fermi effettuati. 

Ma le proteste contro i raid dell’Ice stanno incendiando le strade di svariate città statunitensi con manifestazioni spontanee e organizzate, scontri con la polizia e una crescente mobilitazione contro l’uso dei militari da parte di Trump da New York a Seattle, da Chicago ad Atlanta. In vista del weekend, quando si terrà la parata militare per il compleanno del presidente, gli attivisti preparano fino a 1.800 cortei sotto il motto ‘No Kings’. 

L’impiego di 4.000 soldati della Guardia nazionale e centinaia di marines deciso da Trump – non richiesto dal governatore Gavin Newsom – ha provocato una crisi istituzionale. “Ha scelto l’escalation, ha scelto la forza, ha scelto la teatralità sulla sicurezza pubblica”, ha denunciato Newsom in un video messaggio, annunciando un’azione legale contro la Casa Bianca. 

Austin, Texas: 12 manifestanti sono stati arrestati dopo scontri con la polizia nei pressi della sede Ice. “Quando le proteste diventano violente, scatteranno gli arresti”, ha avvertito il capo della polizia Lisa Davis. Il governatore Greg Abbott ha annunciato il dispiegamento della Guardia nazionale in tutto lo Stato. 

La decisione di Abbott arriva dopo l’uso di gas lacrimogeni e proiettili urticanti da parte delle forze dell’ordine per disperdere i manifestanti presso il complesso del Campidoglio ad Austin. “Protestare pacificamente è legale – ha scritto il governatore su X – ma danneggiare persone o cose è illegale e porterà all’arresto”. Il leader repubblicano ha assicurato che la Guardia Nazionale “utilizzerà ogni strumento e strategia per aiutare le forze dell’ordine a mantenere l’ordine”. 

New York: una manifestazione contro l’Ice a Lower Manhattan, nel cuore di New York, è degenerata nella notte in violenti scontri tra manifestanti e polizia, con oltre 80 arresti e scene caotiche per le strade del centro. Come riporta il New York Post, migliaia di persone si sono radunate a Foley Square per protestare contro le deportazioni in corso nella città, al grido di “Abolire l’Ice” e “cacciare l’Ice da New York”. Dopo ore di protesta pacifica, al calare del sole sono esplosi disordini, con lanci di oggetti contro gli agenti, uso di spray al peperoncino da parte della polizia e arresti brutali documentati in video. 

In migliaia sono scesi in piazza anche a Chicago, con cortei pacifici interrotti da un’auto che ha attraversato la folla senza feriti. A Dallas, la polizia ha disperso una manifestazione con gas urticanti dopo che alcuni avevano lanciato oggetti contro gli agenti. A Seattle, un piccolo gruppo ha bloccato l’accesso a un tribunale federale con monopattini elettrici. A San Francisco, dove la polizia ha arrestato oltre 150 persone in due giorni, il sindaco Daniel Lurie ha promesso: “Difenderemo il diritto di manifestare, ma non tollereremo vandalismi”. 

Il presidente Usa Donald Trump ha definito le proteste un’invasione da parte di un “nemico straniero” e ha ordinato l’invio di migliaia di soldati, decisione che ha innescato un duro scontro istituzionale con il governatore Gavin Newsom. 

E dopo aver descritto i manifestanti come “animali” che “portano con orgoglio le bandiere di altri Paesi”, ma non la bandiera statunitense e sostenendo che sono pagati da qualcuno, alle truppe di Fort Bragg, nella Carolina del Nord, il tycoon ha detto: “Ciò a cui state assistendo in California è un vero e proprio assalto alla pace, all’ordine pubblico e alla sovranità nazionale, portato avanti da rivoltosi che sventolano bandiere straniere con l’obiettivo di continuare l’invasione straniera del nostro Paese”. 

Trump ha quindi confermato l’intenzione di estendere a livello nazionale le operazioni di espulsione di massa già attuate a Los Angeles, nonostante le forti proteste. “Li stiamo mandando via e continueremo a farlo”, ha dichiarato alla stampa, avvertendo che le eventuali manifestazioni contro la linea dell’amministrazione “saranno affrontate con forza pari o superiore”. 

Trump ha difeso quindi la repressione delle proteste con un messaggio chiaro al resto del Paese: “Se non avessimo reagito con forza, le rivolte si sarebbero diffuse ovunque”. La nuova offensiva sugli arresti da parte dell’Ice arriva dopo pressioni interne, guidate dal vice capo di gabinetto Stephen Miller, per accelerare le deportazioni e colmare le lacune rispetto agli obiettivi dichiarati durante la campagna elettorale. 

Il presidente americano ha inoltre avvertito che eventuali manifestanti durante la parata militare di sabato a Washington saranno affrontati con “una forza molto pesante”. La parata, organizzata per celebrare i 250 anni dell’Esercito statunitense e coincidente con il 79º compleanno di Trump, sarà accompagnata da imponenti misure di sicurezza, tra cui barriere già installate attorno alla Casa Bianca. Rivendicando lo spirito patriottico dell’iniziativa, Trump ha dichiarato: “Se non avessimo vinto la Seconda guerra mondiale, oggi parlereste tedesco o giapponese. Sarebbe una combinazione dei due”. 

E, interpellato sulla possibilità di invocare l’Insurrection Act per rispondere alle proteste, ha ribadito che “se c’è un’insurrezione, lo farei certamente”.  

Secondo il Washington Post l’amministrazione Trump si sta preparando ad avviare il trasferimento potenziale di migliaia di stranieri, illegalmente negli Stati Uniti, nella base militare di Guantanamo, a Cuba. Le operazioni dovrebbero iniziare in settimana e dovrebbero coinvolgere anche cittadini italiani. Il quotidiano afferma che “gli stranieri sotto esame” provengono anche da “nazioni europee alleate”.