(Adnkronos) – Si è svolta oggi a Milano la cerimonia di premiazione delle Ibsa Foundation Fellowship 2024, nell’ambito dell’evento ‘Ricerca, Giovani e Futuro: l’impegno di Ibsa Foundation per la scienza’, un’occasione di confronto sul valore della scienza e sul ruolo delle nuove generazioni nello sviluppo della conoscenza scientifica. Nate per sostenere giovani ricercatori sotto i 40 anni provenienti da università e istituti di tutto il mondo, le Ibsa Foundation Fellowship incentivano da 12 anni la ricerca indipendente e innovativa in 5 aree scientifiche: dermatologia, endocrinologia, fertilità/urologia, medicina del dolore/ortopedia/reumatologia e healthy aging/medicina rigenerativa. Un programma che, nel tempo, si è consolidato come un punto di riferimento internazionale per le nuove generazioni di scienziati. Ciò è ben dimostrato dall’edizione 2024, che ha registrato un record assoluto di partecipazione con 259 candidature da 45 Paesi: l’Italia si conferma al primo posto con 95 progetti, seguita da Stati Uniti (30) e Spagna e Svizzera (25).
“Sostenere il talento dei giovani ricercatori rappresenta per Ibsa Foundation un investimento strategico per il progresso scientifico e per la costruzione di una società più consapevole e preparata ad affrontare le sfide del futuro – ha dichiarato Silvia Misiti, direttrice di Ibsa Foundation per la ricerca scientifica – Ciò che rende particolari le nostre Fellowship è la scelta di puntare sulla ricerca di base, un ambito spesso trascurato dai grandi finanziamenti, ma fondamentale per ogni avanzamento realmente innovativo nel campo biomedico. Il metodo e le tempistiche rigorose di valutazione del nostro autorevole board scientifico sono metriche fondamentali per rispondere ai progetti innovativi presentati e per distribuire in maniera corretta le risorse, favorendo progetti che si distinguono in originalità, fattibilità e prospettive di sviluppo”.
I 6 progetti vincitori sono stati selezionati in base alla loro qualità scientifica, originalità e impatto potenziale, e saranno sostenuti ciascuno da una borsa di studio del valore di 32mila euro. Tra i premiati figura anche una ricercatrice italiana, Ilaria Chiaradia della Sapienza Università di Roma, per un progetto nell’ambito della fertilità. Un risultato che conferma la solidità della scuola scientifica italiana e il rilevante contributo nazionale all’iniziativa: dal 2012 a oggi, 25 dei 58 ricercatori premiati sono italiani, un dato che colloca l’Italia al primo posto per numero di beneficiari, seguita da Spagna e Cina con 5 vincitori ciascuna.
Il ruolo delle realtà filantropiche è stato sottolineato anche durante la tavola rotonda moderata dal giornalista scientifico Luca Carra, con cui si è aperto l’incontro odierno. Ospiti dell’evento sono stati Alberto Mantovani, direttore scientifico emerito di Irccs Istituto clinico Humanitas, presidente di Fondazione Humanitas per la ricerca e professore emerito di Humanitas University; Irene Bozzoni, professore emerito di Biologia molecolare alla Sapienza Università di Roma, e alcuni membri del board scientifico di Ibsa Foundation: Andrea Alimonti, Antonio Musarò e Domenico Salvatore.
“Pur investendo meno di un terzo in ricerca scientifica rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia riesce a formare giovani ricercatori tra i più competitivi in Europa, un risultato che evidenzia la qualità del nostro sistema formativo e il talento delle nuove generazioni – ha rimarcato Mantovani – Un programma come quello delle Fellowship di Ibsa rappresenta non solo un segnale tangibile di fiducia nella ricerca, ma anche un supporto fattivo e sostenibile per i ricercatori che da anni possono accedervi con continuità e flessibilità potendo infatti cumulare queste borse di studio con altri finanziamenti e proseguire il lavoro presso il proprio centro di ricerca o intraprendere esperienze in centri internazionali”.
“Il contributo crescente del settore privato e delle organizzazioni non profit svolgono un ruolo fondamentale attraverso il finanziamento di borse di studio e programmi di mobilità, strumenti essenziali per sostenere la ricerca indipendente e promuovere il percorso di crescita delle nuove generazioni di scienziati – ha commentato Bozzoni – Questo è un aspetto estremamente importante in Italia, dove la ricerca scientifica si muove in un panorama complesso, segnato da eccellenze ma anche da criticità strutturali, come la carenza di investimenti, la debole collaborazione tra pubblico e privato e le difficoltà nel trattenere i talenti migliori”.
I vincitori dell’edizione 2024 sono: Ilaria Chiaradia – Sapienza Università di Roma, Italia | Fertilità/Urologia; Masami Ando Kuri – Wellcome Sanger Institute, Cambridge, UK | Dermatologia; Enchen Zhou – University of California San Diego, Usa | Endocrinologia; Prach Techameena – Karolinska Institutet, Svezia | Medicina del dolore/Ortopedia/Reumatologia; Sergio Perez Diaz – Karolinska Institutet, Svezia | Healthy aging/Medicina rigenerativa; Vanessa Lopez Polo – University of California San Francisco, Usa | Healthy aging/Medicina rigenerativa.
Nel corso dell’evento è stata inoltre annunciata l’apertura del bando Fellowship 2025, che conferma 6 borse di studio da 32mila euro, di cui una destinata all’area scientifica che riceverà il maggior numero di candidature. Tra le novità dell’edizione l’Ibsa Foundation Research Equity Prize, un premio da 5mila euro dedicato al miglior progetto presentato da ricercatori attivi in Paesi in via di sviluppo, con l’obiettivo di promuovere una maggiore equità nell’accesso alle risorse per la ricerca. Le candidature per l’edizione 2025 sono aperte fino al 31 gennaio 2026, attraverso la piattaforma dedicata sul sito di Ibsa Foundation.