(Adnkronos) –
Hamas avrebbe dato la sua disponibilità a rilasciare nove ostaggi, ma la sua delegazione sarebbe ripartita dal Cairo senza raggiungere un accordo, pur accettando di proseguire le consultazioni. Lo ha detto una fonte egiziana al quotidiano londinese Al-Araby Al-Jadeed, sottolineando che gli Stati Uniti stanno facendo pressione per aumentare il numero degli ostaggi da liberare. 

Un alto funzionario di Hamas aveva detto al canale televisivo libanese Al-Mayadeen che il gruppo stava valutando l’ipotesi di liberare dieci ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di 45 giorni. 

Tra gli ostaggi che verrebbero rilasciati in base a questo accordo c’è il soldato Edan Alexander, che ha doppia cittadinanza israeliana e americana. In precedenza il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva detto ai genitori di Eitan Mor che il suo governo stava lavorando a un accordo per il rilascio di dieci ostaggi, compreso lui. 

 

Nei dettagli, la proposta prevede che durante i 45 giorni di tregua i valichi di frontiera nella Striscia di Gaza vengano aperti per consentire l’ingresso di aiuti umanitari alle condizioni stabilite da Israele. La proposta prevede anche che le forze dell’Idf si ritirino dalle aree in cui sono rientrate dalla ripresa dei combattimenti all’inizio di marzo. 

Sia Israele sia Hamas si impegnerebbero a negoziare una seconda fase, che includerebbe discussioni su un cessate il fuoco permanente, il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza, il disarmo di Hamas e il governo della Striscia dopo la guerra. 

All’inizio di aprile il quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed ha anticipato che l’Egitto aveva presentato una nuova proposta di cessate il fuoco. Secondo il giornale, la proposta egiziana prevede il rilascio di nove ostaggi ancora in vita, tra cui Alexander, e la consegna delle salme di tre ostaggi con cittadinanza americana. Il giornale parlava di un cessate il fuoco di 70 giorni, durante i quali si svolgerebbero i negoziati sulla fase successiva dell’accordo. 

 

Attacchi aerei statunitensi nei pressi della capitale yemenita Sana’a hanno ucciso almeno 7 persone e ne hanno ferite 30 durante la notte. Lo hanno riferito gli Houthi, aggiungendo di aver abbattuto drone americano MQ-9 Reaper. Il canale satellitare di informazione al-Masirah degli Houthi, ha mostrato i vigili del fuoco che spruzzano acqua su un incendio, descritto come innescato dai raid aerei. Il Comando Centrale dell’esercito statunitense non ha riconosciuto gli attacchi.  

Dall’inizio – circa un mese fa – dell’intensa campagna di attacchi aerei statunitensi, che ha preso di mira i ribelli nello Yemen per i loro attacchi alle navi nelle acque mediorientali, sono state uccise oltre 120 persone, secondo i dati pubblicati dal ministero della Salute degli Houthi.