(Adnkronos) – La Cina replica al presidente Usa Donald Trump e alla minaccia di un ulteriore imposta del 50% se non annullerà i dazi reciproci, mentre le Borse provano a recuperare dopo il lunedì nero.  

 

Dopo i crolli seguiti ai dazi Usa, Piazza Affari in altalena con le Borse europee che tentano il recupero. Dopo un’apertura in progresso per Milano (con l’indice Ftse Mib che ha avviato gli scambi rimbalzando a 33.253 punti, con un rialzo dell’1,22%), il tentativo di reagire ha subito una battuta d’arresto e Piazza Affari è tornata in territorio negativo zavorrata dagli stessi titoli che stamane avevano tentato il rimbalzo. Poi però Milano è tornata a correre: con la spinta di Leonardo (+4,79%) e Unipol (+3,95%), l’indice Ftse Mib è avanzato dello 0,59% raggiungendo 33.047 punti. 

Le banche procedono in ordine sparso: Unicredit sale dello 0,59%, Mps segna quota +0,57%, Pop Sondrio +0,40% e Intesa Sp limita a quota +0,04%. 

Anche le Borse europee stanno tentando di reagire alla giornata difficile di ieri, sulla scia dei dazi Usa e avviano tutte con indici in deciso rialzo. Parigi, la migliore, sale a quota +1,86%, seguita da Francoforte (+1,40%) e Londra (+1,05%). 

I titoli cinesi hanno aperto questa mattina in ribasso, con l’indice di riferimento Shanghai composite in calo dello 0,07% a 3.094,26 punti, mentre l’indice Shenzhen component ha aperto in calo dello 0,08% a 9.356,69 punti. 

In Giappone il Nikkei è salito brevemente di oltre il 6%, superando la soglia dei 33.000 punti nelle prime ore di avvio a caccia di occasioni dopo il tonfo record di ieri. Alle 10:05 (ora locale) è salito di 1.710,97 punti, pari al 5,50%, rispetto a lunedì, raggiungendo quota 32.847,55, mentre il Topix ha segnato un rialzo di 140,56 punti, pari al 6,14%, a 2.429,22. 

Crollo invece alla Borsa indonesiana in apertura di giornata dopo la lunga pausa festiva. Le turbolenze dei dazi Usa hanno provocato un calo del 9% nelle prime ore di martedì, provocando una sospensione delle contrattazioni di 30 minuti. L’indice principale (.Jkse) ha ceduto per l’esattezza il 9,2% ai minimi da giugno 2021 nei primi scambi. Dopo la revoca dell’interruzione delle contrattazioni, l’indice ha recuperato parte delle perdite ed era in calo di circa l’8,5% alle 03.10 Gmt. In discesa la rupia che ha ceduto l’1,8% a un minimo storico. 

 

Dopo aver accusato gli Stati Uniti di comportarsi “in maniera ricattatoria”, Pechino ha assicurato che “combatterà fino alla fine”. La Cina, ha fatto sapere un portavoce del ministero del Commercio, “prenderà con decisione contromisure per salvaguardare i suoi diritti e interessi”. “Se gli Stati Uniti insisteranno su questa strada – ha ammonito ancora il portavoce, ribadendo per l’ennesima volta che Pechino è pronto al “dialogo” e che “non ci sono vincitori in una guerra commerciale” – la Cina combatterà fino alla fine”. 

Secondo il portavoce del ministero del Commercio, “l’imposizione da parte degli Stati Uniti delle cosiddette tariffe reciproche sulla Cina è priva di fondamento e rappresenta una tipica pratica di bullismo unilaterale”. E ancora: “La minaccia degli Stati Uniti di aumentare le tariffe sulla Cina è un errore dopo l’altro, che mette in mostra ancora una volta la natura ricattatoria degli Stati Uniti”. 

Quindi il portavoce ha spiegato che le contromisure adottate in risposta di dazi di Trump “cercano di salvaguardare la propria sovranità, la propria sicurezza e i propri interessi di sviluppo, nonché di mantenere l’ordine commerciale internazionale, che è completamente legittimo”. 

“La Cina ribadisce che nessuno vince in una guerra commerciale e che il protezionismo è un vicolo cieco. Le pressioni e le minacce non sono il modo giusto di trattare” con Pechino, ha concluso il portavoce, prima di esortare gli Stati Uniti a “correggere immediatamente le loro pratiche sbagliate, annullare tutte le misure tariffarie unilaterali, smettere di soffocare l’economia e il commercio della Cina e risolvere le differenze attraverso un dialogo equo basato sul rispetto reciproco”. 

 

Trump, mentre le Borse hanno sofferto ancora, tira dritto: i dazi non si toccano, i Paesi che vogliono essere ‘liberati’ devono trattare con Washington e fare offerte più che convincenti. I negoziati sono aperti, a poche ore dall’entrata in vigore delle tariffe più alte che verranno introdotte mercoledì 9 aprile. 

Nel mirino della Casa Bianca c’è soprattutto la Cina. Con Pechino, la guerra commerciale ha raggiunto un’intensità altissima. E l’escalation potrebbe continuare. “La Cina ha introdotto tariffe del 34% oltre a quelle già in vigore. Se non le rimuovono entro domani (le 18 italiane di martedì 8 aprile), imporremo altri dazi del 50% al di là di quelli già annunciati. Ho un ottimo rapporto con il presidente Xi e spero che rimanga così, ma non possono comportarsi in questo modo”, ha detto Trump in un braccio di ferro senza fine.