(Adnkronos) –
“L’Unione Europea è un sogno, un’emozione”. Roberto Benigni, nella serata tv Il sogno su Raiuno, si presenta come “europeista estremista” per esaltare “un progetto, un sogno, una speranza”. L’attore parte si sofferma ampiamente sul Manifesto di Ventotene, proprio nella giornata in cui il documento è stato citato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera tra roventi polemiche.
“La pagina più commovente ed entusiasmante” della nascita dell’Unione europea è stata “qui in Italia, in una piccola isola del Tirreno che si chiama Ventotene. Nel 1941 succede una cosa incredibile, qualcuno ha un’idea, di cambiare tutto, l’idea dell’unità europea”, dice Benigni.
“E non era facile, intorno era tutto rovine e morti. Tre uomini Eugenio Colorni, Ernesto Rossi, Altiero Spinelli pensarono al nostro futuro, con un documento che era un sogno e anche di una concretezza e profondità straordinaria”, dice Benigni. “Sono eroi della nostra storia”, rimarca.
“Vi voglio parlare dell’Unione Europea. Mi direte ‘fermo, Benigni’. Quell’Unione confusa di paesi ognuno con la sua lingua, quell’ente sovranazionale freddo e distante tra Bruxelles e Strasburgo. Non si capisce a cosa serva, se non a dare lavoro ai burocrati grigi… ci vuoi parlare di questo?’. In parte la vedo anche io come la vedete voi, ma penso che l’Ue sia la più grande costruzione istituzionale, politica, sociale e economica degli ultimi 5000 realizzata dall’essere umano sul pianeta Terra”, dice.
“L’Unione Europea è un progetto, una speranza, un sogno ma soprattutto un caso unico nella storia dell’umanità. E’ l’unica volta in cui stati sovrani in pace scelgono liberamente di concedere sovranità a un’istituzione comune: non la divisione ma l’unità, un colpo di scena della storia, una rivoluzione silenziosa che può trasformare il mondo. L’Unione Europa si fonda sulla pace, non è qualcosa di freddo e distante”, aggiunge.
L’Ue “è un sogno, un’emozione. Bisogna provare gioia per il fatto di essere europei. Io sono un europeista estremista, sono innamorato dell’Europa. Ora che ci siamo uniti, il risultato è stupefacente. Tutti i miei antenati hanno conosciuto la guerra. Io non la conosco, appartengo alla prima generazione europea che non conosce la guerra. E’ una cosa colossale, miracolosa. Ottant’anni di pace non sono mai esistiti nella storia dell’Europa. Nel 2012 l’Europa ha vinto il Nobel della Pace, mai un premio fu più giusto di questo”, prosegue.
“Pensare che una guerra sia inconcepibile in Europa mi sembra una grande ingenuità. Nella storia d’Europa, la pace è rarissima”, dice prima di introdurre la parola “nazionalismo” che “è guerra, è stato la causa di tutte le guerre in Europa negli ultimi due secoli. L’Ue è nata per combatterlo, è molto difficile. Il nazionalismo è una fede integralista, un’ossessione che sostituisce Dio. I nazionalisti amano più la propria nazione di Dio: la nazione dice al cristiano ‘vai in guerra e uccidi per me’, quello va in guerra e uccide. Il nazionalismo è una malattia e si maschera spesso da patriottismo, è difficile riconoscerlo”.
“Io -evidenzia- sono il più grande patriota, amo l’Italia come la mia mamma. Nessuno più di me è orgoglioso di essere italiano, ma non ho nessuna intenzione di imporre agli altri lo stile italiano. Si può essere patrioti senza essere nazionalisti. Garibaldi era un patriota europeo nel 1860, era l’esempio di come patriottismo e anti-nazionalismo stessero bene insieme”.
“I nazionalisti odiano il mondo, ne hanno paura. Il motore dei nazionalisti è la paura, vogliono che tutti noi abbiamo paura. E hanno paura di tutto: dei paesi confinanti, del progresso, del diverso, di quello un po’ strano. La paura è all’origine di quasi tutte le stupidaggini umane e soprattutto le stupidaggini politiche. “I nazionalisti considerano la propria nazione la più grande. Diffidate di quelli che vogliono rendere la loro nazione la più grande. Sono pericolosissimi, alla larga”, dice con una frase che sembra cucina su misura per Donald Trump e per il suo Make America Great Again.