(Adnkronos) – Con la scomparsa – nell’incidente di elicottero oggi nel Parmense – di Lorenzo Rovagnati, scompare una figura centrale in una famiglia che ha saputo, come poche nel dopoguerra, dare il proprio nome a un prodotto. Grazie alla qualità dei suoi prodotti e a una attenta campagna di comunicazione dei valori, infatti, Rovagnati oggi si identifica con il prosciutto cotto: frutto della intuizione di Paolo Rovagnati, classe 1944, che lascia gli studi per sostenere l’attività del padre, che in Brianza è produttore di burro e formaggi, per ‘reinventarla’ nel settore dei salumi. Senza voler sfidare il prosciutto crudo dei ‘vicini’ emiliani, Paolo nel pieno del boom economico, Paolo convince il padre a produrre salumi, lavorando su nuovi metodi di produzione per arrivare all’alta qualità anche per un prosciutto cotto, allora considerato un prodotto di livello mediamente inferiore. 

A soli 24 anni Paolo Rovagnati assume la direzione dell’azienda familiare e grazie anche all’attenta conoscenza del territorio, dovuta ad anni di contatto diretto con i propri clienti, riesce a trasformare l’azienda in un player nazionale. Ma è negli anni Ottanta che la Rovagnati compie il grande balzo: Paolo inventa la marchiatura a fuoco in continuo sulla cotenna del Gran Biscotto, il prodotto più importante, rendendolo ben riconoscibile a prima vista tra gli altri prosciutti cotti e facendolo conoscere a milioni di consumatori italiani grazie anche alle promozioni televisive di Mike Bongiorno su ‘La Ruota della fortuna’. Ma in quegli stessi anni la Rovagnati continua la sua crescita produttiva, lanciando sul mercato oltre 20 tipi diversi prosciutti cotti e la Sgrassatella, una pancetta magra ma saporita, allora quasi impensabile, per andare a coprire una nicchia richiesta dal mercato. A queste novità di prodotto si affianca l’espansione della struttura con impianti sempre più all’avanguardia. 

Nel 2008 Paolo scompare a soli 64 anni (in suo onore è stata creata una Fondazione che ha l’obiettivo di finanziare la ricerca scientifica, l’assistenza sociale e sanitaria e per supportare la cultura, istruzione e formazione), ma i suoi eredi – Ferruccio e Lorenzo – non rallentano la spinta alla crescita: nel 2012 nasce RovaLab, il laboratorio di analisi chimiche-nutrizionali e microbiologiche, mentre iniziano anche le esportazioni su importanti mercati, dalla Francia al Belgio, dalla Germania e Irlanda agli Stati Uniti d’America, dove nel 2020 viene aperto – a Vineland in New Jersey – il primo stabilimento produttivo all’estero.  

Negli ultimi anni Rovagnati sbarca anche in Canada, Hong Kong, Messico, Singapore mentre il gruppo è rafforzato anche da acquisizioni come quella dello storico marchio di affettatrici Berkel e di Pineider. Oggi il gruppo – che vanta più di 1200 collaboratori – fattura oltre 300 milioni di euro l’anno e opera in più di 20 Paesi. Oggi la tragedia che priva Rovagnati del suo amministratore delegato, 41 anni, a pochi passi dal castello di Castelguelfo, una delle acquisizioni più care al padre Paolo.