(Adnkronos) – Israele continua i bombardamenti contro le roccaforti di Hezbollah in Libano. Un attacco ha colpito stamattina la periferia sud di Beirut, dopo un nuovo appello all’evacuazione pubblicato dall’esercito israeliano. Le immagini dell’Afptv mostrano una fitta nuvola di fumo grigio sopra la periferia meridionale di Beirut.
Il colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba dell’Idf, ha pubblicato delle mappe insieme all’annuncio in cui invita i civili a tenersi ad almeno 500 metri di distanza dai siti, affermando che si tratta di strutture di Hezbollah. Da martedì almeno sei serie di raid hanno preso di mira la periferia sud della capitale libanese.
”La Russia collaborerà con i Paesi arabi per la de-escalation in Medio Oriente”. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova spiegando che ”è stato rivolto un appello alla comunità internazionale affinché contribuisca al raggiungimento di questo obiettivo”.
“Siamo pronti a un ulteriore stretto coordinamento con i nostri partner arabi e musulmani, così come con altre nazioni che la pensano allo stesso modo, con l’obiettivo di ridurre le tensioni nella zona del conflitto e per la transizione verso una soluzione politico-diplomatica globale basata su principi universalmente riconosciuti”, ha sottolineato Zakharova.
Israele sta utilizzando gli ordini di evacuazione nella Striscia di Gaza per perseguire lo “sfollamento forzato deliberato e massiccio” dei civili palestinesi, il che equivale a un “crimine di guerra” e una “pulizia etnica”. E’ quanto sostiene l’Ong Human Rights Watch (Hrw) in un rapporto pubblicato oggi, mentre è salito a 43.736 il numero dei palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio della rappresaglia israeliana per l’attacco subito il 7 ottobre dello scorso anno. Lo ha reso noto il ministero della Salute di Gaza City spiegando che almeno 24 persone hanno perso la vita nelle ultime 24 ore. Sono invece 103.370 le persone che sono rimaste ferite in oltre un anno di combattimenti.
“Human Rights Watch ha raccolto prove che i funzionari israeliani commettono il crimine di guerra del trasferimento forzato” di civili, ha scritto l’organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, che parla di “una grave violazione delle convenzioni di Ginevra e un crimine ai sensi dello statuto di Roma della corte penale internazionale”. Il rapporto ha aggiunto che “le azioni di Israele sembrano anche rientrare nella definizione di pulizia etnica” per quanto riguarda le aree dove i palestinesi non potranno fare ritorno.
Il rapporto è stato pubblicato in un momento in cui sono sempre più evidenti le prove che Israele sta accelerando i suoi sforzi per tagliare in due la Striscia di Gaza con una zona cuscinetto e sta costruendo nuove infrastrutture per supportare una presenza militare prolungata, con un ritmo crescente di demolizioni e distruzioni.
Le autorità israeliane hanno bloccato, senza alcuna spiegazione, l’evacuazione medica di 8 bambini e dei loro tutori da Gaza che necessitano di cure mediche, tra cui un bambino di 2 anni con amputazioni alle gambe, verso l’ospedale di Medici Senza Frontiere (Msf) in Giordania. ”E’ assolutamente scioccante e oltraggioso che Israele impedisca ai bambini che hanno bisogno di cure essenziali di lasciare Gaza. Il rifiuto di Israele di effettuare evacuazioni mediche urgenti va contro ogni ragione e umanità”, ha affermato Moeen Mahmood, capomissione di Msf in Giordania.
Israele sta portando avanti sforzi per raggiungere un cessate il fuoco in Libano come primo “regalo” della sua politica estera per la nuova amministrazione Trump. Lo riporta il Washington Post , citando funzionari israeliani. “C’è un accordo sul fatto che Israele regalerà qualcosa a Trump… che a gennaio ci sarà un’intesa sul Libano”, ha detto al giornale statunitense un funzionario israeliano. La notizia è stata diffusa dopo che domenica il ministro per gli Affari strategici Ron Dermer ha incontrato il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump nel suo resort Mar-a-Lago in Florida.
Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, ha incontrato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. Lo riporta l’agenzia di stampa statale Irna, precisando che il capo dell’Aiea è “arrivato ieri sera a Teheran con la sua delegazione per negoziare con i massimi funzionari nucleari e politici del Paese”. E’ ”fondamentale” trovare un accordo con l’Iran, arrivare a dei ”risultati” nei colloqui in corso con Teheran per evitare una guerra, ha dichiarato. “E’ indispensabile arrivare, in questo momento, a risultati concreti, tangibili e visibili che indichino che questo lavoro congiunto sta migliorando la situazione e, in senso più generale, ci sta allontanando dal conflitto e, in ultima analisi, dalla guerra”, ha detto Grossi.
I siti nucleari dell’Iran ”non devono essere attaccati”, ha aggiunto. Un messaggio diretto a Israele, che ha minacciato di colpire gli impianti nucleari iraniani se Teheran dovesse attaccare obiettivi israeliani. Lunedì il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, ha detto che i siti nucleari dell’Iran sono oggi più vulnerabili che mai dopo i raid di Israele dello scorso 26 ottobre che hanno preso di mira i sistemi di difesa aerea della Repubblica islamica. Nell’agenda della sua visita in Iran, dove è arrivato ieri sera, Grossi ha in programma la visita agli impianti nucleari di Fardo e Nazanz.