(Adnkronos) –
Il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso proposto contro la sanzione disciplinare della sospensione dall’impiego inflitta al generale Roberto Vannacci per la pubblicazione del libro ‘Il mondo al contrario’. Lo riferisce l’avvocato Giorgio Carta, difensore dell’ufficiale sospeso dal servizio per 11 mesi. 

“Il Tar ha motivato la decisione considerando l’opera come un intervento di natura politica, che, a suo avviso, giustifica la sanzione applicata dall’amministrazione militare – spiega Carta – Quest’ultima vicenda non è da ritenersi conclusa in quanto sarà presentato appello al Consiglio di Stato per chiedere la riforma della decisione del Tar, eventualmente, ove necessario, portando la questione all’attenzione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, laddove si valuterà che la libertà di espressione non solo del Generale Vannacci, ma di tutti i militari italiani meriti un attento vaglio anche in ambito europeo’’. 

“Prendo atto della decisione del Tar che non condivido e preannuncio che ci rivolgeremo al Consiglio di Stato sino ad arrivare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo qualora fosse necessario” dice il generale all’AdnKronos. “La libertà di espressione è un caposaldo della democrazia e un Paese non può definirsi libero se una persona viene sospesa per aver pubblicato un libro, neanche se in quel testo avesse scritto le assurdità più astruse e inconcepibili”, sottolinea. ” È l’Iran che obbliga al confino e alla fuga i vari Salman Rushdie per il reato di aver pubblicato i Versetti Satanici, non certo un Paese come l’Italia che si professa libero e democratico”. “Sono sempre convinto e determinato a combattere per la giusta causa e per la libertà di espressione di tutti i militari” sottolinea l’eurodeputato indipendente della Lega. 

Il gip del tribunale militare di Roma ha disposto, inoltre, riferisce il suo legale Giorgio Carta, l’archiviazione del procedimento penale militare a carico del generale Roberto Vannacci per l’accusa di truffa militare, accogliendo integralmente la richiesta avanzata dalla procura. “Tale procedimento era stato instaurato in riferimento a una presunta truffa concernente le indennità di missione legate alla presenza della moglie del generale in Russia, quando ricopriva la carica di Addetto Militare presso l’Ambasciata d’Italia’” spiega il difensore. 

“Sono felice della decisione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale Militare di Roma che ha disposto l’archiviazione del procedimento penale militare a mio carico per l’ipotizzato reato di truffa militare, accogliendo integralmente la richiesta avanzata dalla Procura Militare di Roma” dice Vannacci all’AdnKronos. “Tale procedimento – ricorda – era stato instaurato in riferimento a una presunta truffa concernente le indennità di missione legate alla presenza di mia moglie in Russia, allorché ricoprivo la carica di addetto per la Difesa presso l’Ambasciata d’Italia a Mosca e tanto aveva fatto parlare la stampa che aveva addirittura ed erroneamente ipotizzato che fossi stato anche perseguito per il delitto di peculato”.